Nel corso dei primi secoli, i libri della Bibbia erano disponibili sotto forma di rotoli e di libri manoscritti separati che circolavano in seno alle chiese. Esisteva dunque il grande pericolo che gli scritti fossero modificati o che delle comunità deviassero appoggiandosi su testi non ispirati. Questo riconoscimento dell’autorità delle Sacre Scritture si stabilisce fin dal primo secolo; il processo ufficiale di riconoscimento ha luogo durante diversi concili (riunioni di responsabili di chiese):- Nel 363 a Laodicea, con un problema sull’Apocalisse.- Nel 382 a Roma, con una riflessione sulle epistole di Giovanni.- Nel 393 a Ippona, per stabilire la lista dei libri biblici.- Nel 397 a Cartagine, per confermare il concilio di Ippona. I libri riconosciuti sono 39 per l’Antico Testamento, e 27 per il Nuovo Testamento. Questa lista, chiamata anche «canone biblico», risponde a tre obiettivi:1. Conservare la rivelazione divina.2. Preservare gli scritti biblici dalla corruzione.3. Permettere al credente di fondare la propria fede su una base
solida. Più tardi, la Chiesa Cattolica Romana, col Concilio di Trento, nel
contesto storico della Controriforma, aggiunse, illecitamente, i cosiddetti
libri "apocrifi", ai libri canonici dell'Antico Testamento.
successiva pag44 |