Le
Reali Ferriere ed Officine di Mongiana |
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Appendice (9°) Note al capitolo 2 (b) Combustibile e forza motrice Carbon Fossile (1)
Cfr.
A. Savaresi: Note inedite sul ferro di Stilo. Su "Giornale
Enciclopedico", Napoli 1814. (2)
Cfr. G. Melograni: Memoria sulla grafite di Olivadi.
BNN Sez/Manoscritti Ms 63/9 Melograni firma la memoria il 20 novembre 1811 a
Mongiana dove si trovava quale membro della commissione murattiana. Dietro
pressioni del Direttore Ritucci. era andato a visitare la miniera di grafite
dove soggiornò parecchio tempo profondendo consigli per la sua esplotazione.
Era accompagnato nel primo sopralluogo da D. Barillari, ebanista ed artista
serrese allievo dell'architetto Biagio Scaramuzzino. Barillari sembrerebbe
essere anche autore di rilievi topografici dello stabilimento di Mongiana presso
il quale lo stesso era impiegato. I disegni risultano: o scomparsi, o custoditi
negli archivi degli eredi Barillari, ma inaccessibili perché di controversa
proprietà e come tali sigillati dall'autorità giudiziaria. Di questi disegni
ne è riportata notizia su "BRUTIUM"
Anno 1955 n. 1-2 in "La vita dell'artista Domenico Barillari". A
Mongiana Melograni e Ritucci tentarono di utilizzare la grafite di Olivadi per
impiantare una piccola fabbrica di matite. La "Memoria" di Melograni
contiene la cronoca degli sforzi per realizzarla oltre a vari studi sul
materiale, sul macchinario necessario e sui legni più idonei alla costruzione
di matite. (3)
Cfr. G.F.: Delle ricerche fatte in diversi tempi per trovare miniere nel
Regno. Su ACRDS
Napoli 1843. (4)
Cfr. L. Pilla: Sur l'àge des grès de Gerace. Su
BSGF 7-8 Parigi 1836. (5)
Cfr. C. Montagna: Primo rendiconto della Commissione incaricata di
esplorare il bacino carbonifero di Gerace. Su ACRDS
Napoli 1854. (8)
La maggiore ricchezza mineraria del Mezzogiorno era costituita dai vasti
giacimenti siciliani di zolfo, materia fondamentale in quegli anni in cui
nasceva la moderna industria chimica. Le 190 miniere siciliane avevano esportato
nel solo anno 1834 ben 618.000 quintali di prodotto con un. entrata in valuta
estera di oltre 1.200.000 ducati. Ricorrevano
allo zolfo siciliano tutte le industrie europee produttrici di acidi, in special
modo le inglesi. A causa del forte aumento dei prezzi della esagerata estensione
delle coltivazioni, già l'anno successivo, il mercato dava segni di squilibrio,
Nel 1838, il governo napoletano decise d accettare le proposte avanzate dalla
società Taix Aycard & C. di Marsiglia. La società francese si impegnava a
ritirare ogni anno non meno di 600.000 quintali di prodotto, a corrispondere
all'Erario 400.000 ducati l'anno e a costruire una fabbrica di acido solforico e
una di solfato d soda nell'isola. Dato il carattere essenzialmente monopolistico
dell'impresa, gli industriali inglesi costrinsero il proprio governo ad assumere
atteggiamenti tanto intimidatori che quello napoletano fu costretto a sciogliere
il contratto con la parte francese. Cfr. Pure B. Caizzi: Storia dell'industria
italiana dal XVII secolo ai nostri giorni. Torino 1965. (9)
Cfr.
F. Giordano: L'industria del ferro in Italia. Torino 1864. Oltre al bacino di Gerace e alla miniera di Agnana il Giordano ricorda le lignite di Conidoni nei pressi di Briatico già citata nel testo. La miniera di Conidoni era stata data in concessione all'industriale D'Anjou. Intorno agli anni della visita del Giordano, il direttore locale assicurava che la lignite messa già allo scoperto presentava una vasta estensione. Il banco coltivato aveva una potenza di mt. 1,50 e poteva essere imbarcato a modico prezzo nel golfo di S. Eufemia con notevole convenienza per le industrie di Messina, Palermo e Napoli. Naturalmente, anche per Conidoni accadde dopo l'unità ciò che subirono molte imprese meridionali che, per mancanza di mercati, furono costrette alla chiusura.
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