Nasci di Nuovo

 

      "Nascere di Nuovo" fra le montagne delle Serre Calabre

 

 

 

GIORNALINO "NASCI DI NUOVO" N°44

PAGINA 8


 

Il mio sogno:

suonare il corno alpino

 

 

 

Fin da quando ero un adolescente, il mio compito era quello di portare le mucche, le pecore e le capre al pascolo, ma avevo un sogno: suonare il corno alpino.

A diciotto anni ho fatto un apprendistato come elettricista nel settore edilizio, che ho esercitato per parecchio tempo. Avevo tanti progetti e mi davo da fare per "costruirmi" un avvenire. Però, già a 24 anni, mi sentivo come se fossi stato in fin di vita. La mia "barca" non andava affatto a gonfie vele. Alcuni problemi li avevo creati da solo, altri erano stati causati da terzi e da varie circostanze.

In quel periodo non suonavo il corno alpino, strumento che simboleggia la gioia e che non può mancare nelle feste folcloristiche svizzere, ma il "corno" della mia afflizione e della mia tristezza. Perciò desidero condividere la mia esperienza con te. Quando non vedevo più via d'uscita dalla mia disperazione, Dio é intervenuto e ha cominciato ad agire nella mia vita.

So che tante persone, oggi, sperimentano ciò che vivevo io allora: una delusione amorosa, disoccupazione, mancanza di denaro e, come se non bastasse, Io sfratto della casa. Ho vissuto uno stress psicologico enorme che mi ha portato al punto di desiderare solo la morte. Ho pensato al suicidio come capita a chiunque non trovi più un senso per vivere.

Perché continuare cosi?

La depressione, l'insonnia, la disappetenza, un vuoto tremendo e pensieri suicidi mi perseguitavano giorno e notte. Durante i fine settimana mi sentivo ancora più solo e disperato. In quei momenti le nuvole nere ottenebravano sempre di più il mio stato d'animo. Un sabato volevo farla finita.

Non avevo nessuna voglia di continuare a vivere. Allora presi l'arma militare che avevo in casa (in Svizzera coloro che svolgono il servizio militare tengono l'arma con se) e stavo per spararmi. Però qualcosa non funzionò, anche se non potevo spiegarmelo. Decisi di trovare un'altra soluzione. Dalla mansarda in cui abitavo salii sul tetto, attraversai una ringhiera di ferro per buttarmi dal sesto piano. Una potenza invisibile mi impedii di farlo. Era la mia viltà o la paura di morire? Non so rispondere.

Tornai in camera mia, presi tutti i soldi che mi erano rimasti per buttarmi a capofitto nei divertimenti di Zurigo, come avevo già fatto altre volte. Mi dissi che, forse, bevendo, avrei trovato il coraggio per eseguire il mio piano.

L'intervento di Dio

Fino a quel momento Dio per me non aveva nessun significato. Non ero cresciuto in una famiglia timorosa di Dio e non avevo mai dimostrato interesse per la religione. Anzi, quando potevo, non perdevo occasione per prendere in giro Dio e beffarmi di Lui, cosi come facevano i miei amici.

Quella sera mentre andavo in centro per divertirmi, due ragazzi mi invitarono a vedere un film. Non mi interessava per niente, però, accettai l'invito. La trama non mi toccava, ma alla fine mi colpì una domanda: "Se muori oggi, sarai pronto ad incontrare Dio?"

Nessuno in quel locale poteva conoscermi e nessuno poteva sapere della mia disperazione. ll film certamente non era adatto a me. Però, quella domanda mi colpì nel più profondo del cuore.

Per anni non mi ero mai interessato di Dio. Più che altro lo disprezzavo, e ora, ad un tratto, mi veniva rivolta quella domanda cosi perso­nale: "Se muori oggi, sarai pronto ad incontrare Dio?"

La sera stessa andai a casa e scaricai la mia arma; ripensai a tutto ciò che avevo sentito. Alcuni mesi dopo presi una decisione chiara e accettai Cristo Gesù come mio Salvatore. Quale cambiamento, quando il figlio di Dio entrò nella mia vita! Egli mi ha dato una visione nuova e scopi ben diversi. Mi ha completamente rinnovato: ho perso il vizio di bere e sono stato liberato dalla mia lunga e pesante dipendenza dalla nicotina. Ho vissuto una guarigione interiore, psicologica completa, senza ricorrere a cure particolari nè a medicinali.

Non c'e bisogno di arrivare al punto critico in cui mi sono trovato io per cercare il vero scopo della vita, perché, in ogni caso, vi è una sola risposta soddisfacente: hai bisogno di una relazione personale con Dio e la puoi avere soltanto attraverso Cristo che dice: "Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me" (Giov.14,6).

Da quando ho fatto la mia prima esperienza con Dio nel 1977, ho questa relazione personale con LUI. Certo che vivo degli alti e bassi, perché la vita del credente non è una passeggiata sempre su delle colline soleggiate. Spesso, la vita è segnata da lotte e da sfide. Ma in tutto ciò sperimento la guida di Dio, il suo sostegno. Incontro altri credenti e leggendo la Bibbia insieme a loro faccio tante esperienze incoraggianti. Mi rende molto gioioso sapere che sarò con il Signore per l'eternità e non posso fare altro che dire: "Infatti, vale la pena di vivere per il Signore! Sono convinto che puoi incontrare Dio cosi come è accaduto a me. Egli ha un piano per la tua vita!"

Oggi suono il corno alpino con grande gioia e in maniera professionale. Con la mia musica voglio dare lode a Dio e Io ringrazio, perché, se le melodie del passato erano segnate dal dolore, adesso, mentre suono, la mia allegrezza è completa dal momento che ho conosciuto Dio come Padre amoroso.

 

Lorenz Schwarz

 


 

                         La giusta importanza

 

 

Spesso noi crediamo che viviamo al meglio la nostra vita. Abbiamo le nostre esperienze, la famiglia, un lavoro e pensiamo di essere arrivati al traguardo, di aver raggiunto la meta prefissata. Ma il più delle volte noi viviamo una vita vuota,  perché non siamo mai soddisfatti di quello che abbiamo. Vogliamo sempre di più e non ci accontentiamo di quello che il Signore nella sua infinita bontà ci ha concesso. Sempre chiediamo,  trattiamo DIO come una persona alle nostre dipendenze, non ci rendiamo conto che Egli è il nostro Creatore, dobbiamo  rispettarLo e ringraziarLo, lodarLo nel  suo grande amore, perché non ci ha trattati come meritavamo. Egli ha avuto pietà di noi, quando sulla croce disse: “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno!”.  Ma l’uomo dice sempre più spesso, che DIO non esiste, che Gesù è frutto della fantasia popolare. Noi credenti sappiamo che Gesù è realtà e non fantasia,  ed Egli merita la massima riverenza.

 

Anselmo Mammolenti (Isca CZ)

 

 


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