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GIORNALINO "NASCI DI NUOVO" N°44PAGINA 10
per i più piccoli Perché
la luna
divenne invidiosa
La
vecchia, brava luna era contenta. Il suo viso rotondo argentato luccicava.
Si rallegrava quando i bambini battevano le mani, gridando: “Palla! Palla!”. Le
piaceva molto quando tutti la notavano e parlavano di lei. E non aveva solo dei
buoni occhi, anche le sue orecchie erano eccellenti. Compiaciuta, si dondolava
fra le nuvole, ascoltando i canti che la gente cantava su di lei. Quello che le
piaceva di più era uno intitolato: “È sorta la luna”, in particolare il
verso che diceva: “vedete la luna ferma lassù…”. Si, tutti dovevano vederla.
Ma chi ha buone orecchie sente anche quello che si dice degli altri. Per
prima cosa, la luna si infastidì per quello che di buono sentiva dire sul
sole. Più aguzzava le orecchie, più si infastidiva. Senza che lo potesse
impedire, nel suo cuore crebbe la pianta velenosa dell’invidia. E quale fu
la conseguenza? Non si rallegrava più di niente, stava in ascolto di quello che
gli uomini dicevano giù sulla terra. C’era il grande ospedale, sul quale
spesso risplendeva. Curiosa, origliava quello che dicevano i malati e i loro
sospiri. “Ah, se solo spuntasse il sole finalmente”, diceva un anziano signore.
Una donna ricordava le vacanze al mare: “Che bello il sole, quando lasciava la
sua scia dorata sull’acqua!”. La luna nascose il suo volto deluso dietro
una grossa nuvola. “Non se ne può più, di sentire queste cose, in fondo
anch’io lascio la mia scia argentata sull’acqua”, brontolò. All’invidia
si aggiunse ancora qualcos’altro che non aveva mai conosciuto prima. Ma che
cosa? La luna non era solo invidiosa, ma anche insoddisfatta. In fondo, erano
tre le cose che le rubavano la gioia per la sua bella luce argentata:
l’invidia, l’insoddisfazione e l’ingratitudine. Non riusciva a pensare ad
altro che al sole. Quando questo spuntava al mattino, la luna diventava pallida
come una mozzarella e le stelline scintillanti scomparivano di fronte al
bagliore chiaro del sole. Dio,
Signore e Creatore, si era accorto da tempo che la sua sfera notturna argentata
non riusciva a rallegrarsi più di niente. Quanto rimase stupita la luna
quando, una notte, un angelo dalla veste lucente le volò accanto. “Chi sei
tu?”, chiese la luna, e si spaventò alla vista di quegli occhi lampeggianti.
“Sono un messaggero del gran Dio. Egli ha creato te e tutte le cose. Ora però
si stupisce che tu sia diventata tanto insoddisfatta. Prima non conoscevi
invidia, ma eri sempre la brava, vecchia luna”, disse l’angelo. La
luna sbuffò e guardò
l’angelo con aria burbera. “Mi tocca sempre stare a guardare come il sole
splende con molto, molto più chiarore.
Mi tocca sempre stare a vedere come i fiorellini aprono i loro calici e si rivolgono
verso il sole.
Quando splendo io, di notte, tutti i fiorellini sono addormentati
profondamente. C’è ancora da esser contenti e…”, la luna gettò
all’angolo uno sguardo di sbieco e finì la frase: “…non essere invidiosi?”. “Allora,
sta un po’ a sentire, luna”, disse l’angelo, “Ognuno ha ricevuto da Dio
il suo particolare compito, e Dio ti ha fatta per essere la luce notturna”.
“Ma io voglio essere più luminosa, molto più luminosa”, ribatté la luna
testarda. L’angelo rifletté. “Che cosa vorresti, in fin dei conti?”. La
luna balbettò un pochino… “…che il sole venga mandato via”.
L’angelo guardò a lungo la luna. “Se è questo che vuoi, sia fatto come
dici tu!”. Dopo le sue parole, l’angelo la guardò ancora una volta e sparì. Da
che stupore e spavento fu presa la luna nel constatare che, al mattino
successivo, il sole era semplicemente scomparso. Essa stessa sembrava una lastra
nera come la pece sospesa nel cielo. La luna sentì i brividi di freddo sulla
schiena rotonda. Non c’erano raggi argentati sulla terra, solo una notte nera
come la pece. Questo era il risultato della scomparsa del sole! Aveva sprecato
il tempo ad essere ingrata e insoddisfatta, per accorgersi… che? Che senza
il sole tutta la terra era solo buia e vuota. La luna tremava di paura. Allora
gridò nella notte: “Buon Dio, fa risplendere di nuovo il sole!”. Dio
esaudì il grido. Il volto rotondo della luna iniziò a luccicare argentato
e si rispecchiò nelle onde saltellanti del mare. “Non voglio mai più
brontolare o essere invidiosa!”, esultò la luna. Improvvisamente, l’angelo
comparve accanto a lei e disse: “Vecchia luna, sai che anche tu ricevi la
luce dal sole? Senza il sole saresti solo una lastra nera”. La luna si
vergognava, non si era mai vergognata tanto. “Allora voglio essere riconoscente
e rallegrarmi del sole!”. Così
tutto ritornò a posto e la luna si ripropose fermamente di non essere più
invidiosa di nessuno! Ora
però devo aggiungere ancora una cosa. Sapete anche voi che molte persone sono
simili alla luna? Vi ricordate senz’altro che essa divenne insoddisfatta e
invidiosa del sole. Così si comportano tante persone: non vorrebbero che un
buon Creatore vegli su di loro. Non sanno però quanto sarebbe buio sulla terra
– e nei loro cuori – se Dio le lasciasse sole. “Ce la caviamo anche senza
Dio”, affermano. Ma Dio le ama e vorrebbe che confidassero e credessero
in Lui. Perciò vuole rimanere con loro, anzi di più: affinché possano
vivere felici nella Sua luce, ha mandato il suo caro Figlio. E questo Figlio di
Dio dice di se stesso: “Io sono la luce del mondo; chi mi segue no camminerà
nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”
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