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"Nasci di Nuovo!" N°50- pagina 1
Un binomio frequentemente usato dai mass-media, ma, a mio avviso, di identificazione non semplice. Una
nota enciclopedia, alla voce “pietà” (nel suo significato religioso)
spiega: “Virtù che porta a rendere a Dio l’onore che gli è dovuto e a
comunicare con lui mediante la preghiera”. Se poi questa virtù diventa
“popolare”… , ebbene; possiamo allora parlare di un vero e proprio
risveglio spirituale, una conversione in massa, vite trasformate dalla grazia di
Dio, ecc. Sarebbe
troppo bello se fosse così. Purtroppo dobbiamo rimettere i piedi per terra. Le
cose vanno in tutt’altra direzione. “Pietà popolare”, secondo il mio
modesto parere, non significa altro che “usanze religiose di una collettività”.
Doverosi adempimenti di costumi tramandati dai padri
(di frequente si è coinvolti anche emotivamente). Qualcuno
dice che estremizzo troppo… No, sono semplicemente realista e… osservatore
del mondo che mi circonda; giudico, quindi, dai fatti. Innanzitutto, molte di
queste “virtù” che dovrebbero rendere a Dio, il Creatore, l’onore
che gli è dovuto, in realtà rendono l’onore alla creatura: “essi,
che hanno mutato la verità di Dio in menzogna e hanno adorato e servito la
creatura invece del Creatore, che è benedetto in eterno. Amen” (Romani
1:25). Infatti,
il più delle volte si tratta di processioni esaltanti tale o tal’altro santo
nelle sembianze di una statua. Qualche volta, invece, si tratta di rituali
spettacolari che ostentano le capacità umane di far penitenza maltrattando il
corpo, per esempio, i famosi “vattienti” (flagellanti). Poi ci sono i
pellegrinaggi ai vari santuari (quasi tutti mariani) dove, spesso, si accede
procedendo sulle ginocchia fino a farle sanguinare. La
“pietà popolare”, oso affermare, non ha niente a che fare con la fede.
Semmai, la chiamerei “folclore popolare”, tradizione, ma non “pietà”. “Se
qualcuno insegna una dottrina diversa e non si attiene alle sane parole del
Signore nostro Gesú Cristo e alla dottrina che è conforme alla pietà…” (1Timoteo
6:3). La vera pietà, perciò, si attiene “alle sane parole del Signore nostro
Gesù Cristo”. Le usanze e i costumi degli uomini lasciano lo spazio che
trovano, quel che conta è avere una fede viva orientata “alla dottrina che
è conforme alla pietà” e non ad una cosiddetta pietà che si riduce ad
una coreografica celebrazione di routine. Franco Ienco pagina1 - pagina2 - pagina3 - pagina4
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