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Si
racconta che, attraversando il deserto, un viaggiatore vide un nomade seduto ai
piedi di una palma. A poca distanza riposavano i suoi cavalli, pesantemente
caricati con oggetti di valore. Il viaggiatore si avvicinò e gli domandò: -
Posso aiutarla in qualcosa? Mi sembra molto preoccupato. -
Ha ragione - rispose l’arabo - Sono molto afflitto perché ho appena perso il
gioiello più prezioso. Il
viaggiatore domandò: -
E che gioiello era? -
Era un gioiello che non tornerà mai più. Era intagliato in un pezzo di pietra
della vita, ed era stato fatto nell’officina del tempo. L’adornavano
ventiquattro brillanti, attorno ai quali si raggruppavano sessanta gioielli più
piccoli. Non si potrà mai più produrre un gioiello così. -
Il suo gioiello era molto prezioso - rispose il viaggiatore. Ma non crede che
con sufficiente denaro si potrebbe fabbricarne un altro uguale? -
Impossibile! - esclamò l’arabo, perché il gioiello che ho perso è un
giorno, e un giorno che si perde non torna mai più. Nella
vita di ogni uomo ci sono tre giorni: ieri, oggi e domani. Ieri non lo potremo
vivere più. Il domani non ci appartiene. Il futuro appartiene all’Autore del
tempo e della vita. Sprecare il giorno d’oggi solo perché ci sarà un domani
significa non riconoscere che il domani non è nostro. L’unico
giorno che ci appartiene è l’oggi. Possiamo trarne vantaggio per costruirci
un domani felice o sprecarlo e quindi rovinare il nostro futuro. L’oggi c’è
stato dato con due propositi: prepararci al domani, qui in questa terra,
preparare la nostra anima in vista dell’eternità. Come quel nomade arabo,
riconosciamo il valore di questo giorno che è nostro! “Insegnaci
dunque a contar bene i nostri giorni, per acquistare un cuore saggio”. (Salmi 90:12)
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