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Giornalino "Nasci di Nuovo!" N°45 Pagina 3
Segue
dalla pagina precedente …era
il Signore che mi aveva permesso di imparare tante cose, e che stavo solo usando
i doni della Sua creazione. In
quel tempo, nella mia vana ricerca di un rapporto personale col Signore, avevo
cominciato a credere che tutte le strade portassero a Dio, cercandoLo anche
nelle religioni orientali, o in quelle animiste africane… Mi ero messo
anche a studiare queste religioni e a frequentare quelli che oggi riconosco come
servitori del principe del male; ma io ero convinto di fare il bene aiutando gli
altri, e invece al mio orizzonte c'erano solo le fiamme dell'inferno. Immensamente
grazie al nostro Signore Gesù Cristo, che ha pagato per i miei ed i nostri
peccati su quella croce, lavandomi, lavandoci con il suo sangue, e liberandoci
dalla morte con la sua resurrezione. Alleluia! Dio,
nella Sua immensa misericordia e mostrandomi il Suo amore, ha voluto salvarmi
aiutandomi a frantumare il mio orgoglio, a spezzare il mio io e la mia superbia,
umiliandomi nel momento di massimo successo che stavo attraversando,
proprio quando si stavano presentando nuove e più grandi occasioni per
alimentare il mio successo e il mio orgoglio. Per questo mi sono ritrovato in
prigione a Cuba, come se di colpo si fossero dimenticati di tutto quello che
stavo facendo per quel paese, vedendomi crollare tutto addosso di colpo, come in
un incubo, condannato a sei anni di carcere a Cuba, in un penitenziario per soli
stranieri, per un’accusa infamante e infondata. Mi
ci sono voluti quattro anni per demolire quella corazza di superbia che avevo
creato, per togliere l'ego dal trono della mia vita e potermi accorgere che
c'era sempre stato un amico al mio fianco, la cui voce non riuscivo ad
ascoltare perché coperta dal fragore della mia voce, del mio io. C'è voluto
tempo e tante umiliazioni per poter così conoscere il mio amico Gesù di
Nazaret che ha avuto tanta pazienza e misericordia di me, mandandomi finalmente
dei messaggeri che mi hanno portato il messaggio di salvezza, e che mi hanno
insegnato come entrare in relazione diretta e intima con Dio, proprio per mezzo
del mio amico Gesù che mi ha accompagnato alla realizzazione del desiderio più
intimo di tutta la vita, quello che non riuscivo mai a soddisfare, quello di
sentire la presenza viva e gloriosa di Dio. La conversione
La
misericordia del Signore si è mostrata su di me come su tanti altri che lo
stavano aspettando, anche senza saperlo. Grazie a Dio per quelli che hanno
accettato Gesù Cristo come unico Salvatore e Signore e lo hanno messo sul trono
della propria vita. Infatti è nata, in quel carcere di soli stranieri, tutti
lontanissimi dalle loro famiglie, una nuova chiesa di Cristo per pura opera
dello Spirito Santo, che oggi conta quasi 90 nuovi cristiani (fra cui anche
italiani), in una popolazione carceraria di circa 180 persone di varie
nazionalità e continenti! Tutti
noi che abbiamo posto la nostra vita ai piedi di Cristo; gli abbiamo consegnato
tutte le nostre pene e dolori, ci siamo poi posti al suo servizio nell'opera di
evangelizzazione all'interno del carcere. Anche io ero stato evangelizzato da un
altro fratello che aveva ricevuto Cristo prima di me. Nel mio caso il messaggero
che il Signore aveva mandato era un medico haitiano, il Dr. Marc Duc… Anche
lui è stato benedetto dalla misericordia del Signore che lo ha messo in carcere
per salvarlo dal suo io, che però era meno duro del mio (a lui sono bastati tre
anni di carcere), e molto prima di me ha riconosciuto il nostro amico Gesù di
Nazaret e me lo ha fatto conoscere, prima col suo esempio e poi con le sue
parole, mettendosi al mio fianco giorno e notte per farmi scoprire quello che
avevo sempre cercato. Intanto
io ho ricevuto la mia libertà fisica da poco più di un mese (la nostra vera
libertà la contiamo dal giorno della nostra conversione), e sto servendo il
Signore nella evangelizzazione della mia famiglia, che è tutta cattolica come
ero io prima, pregando molto per la conversione di mia madre di 76 anni che
ancora recita il rosario tutti i giorni, e per i miei fratelli di sangue con le
loro famiglie, perché possa finalmente chiamarli fratelli in Cristo. Federico
L'IMPORTANZA DELLA PUNTUALITA' Per
festeggiare il venticinquesimo anniversario dell’arrivo del parroco, la sua
parrocchia organizzò una cena e fu scelto un personaggio politico del posto,
membro di quella chiesa, per la presentazione e un piccolo discorso
d’occasione. Ma il politico fu rallentato dal traffico e così,
nell’attesa, il prete decise di intrattenere i presenti. “Come
sapete – disse – il segreto del confessionale non può essere violato.
Comunque, voglio confidarvi le mie prime impressioni sulla vostra parrocchia,
che mi sono fatto subito dopo la prima confessione che ho sentito qui. Non posso
entrare nei dettagli, ma vi assicuro che venticinque anni fa pensai
d’essere stato assegnato a un luogo terribile. Il primo tizio che entrò
nel mio confessionale mi disse che aveva rubato un televisore e, quando fu
fermato dalla polizia, aveva mezzo ammazzato il poliziotto. Per di più,
aggiunse che rubava soldi dal posto di lavoro e aveva una relazione con la
moglie del suo boss. Rimasi sconvolto! Ma col passar dei giorni seppi che i miei
parrocchiani non erano tutti così e che, in effetti, ero capitato in una bella
parrocchia piena di persone comprensive e amorevoli". A
questo punto arrivò il personaggio politico, pieno di scuse per il ritardo. Poi
cominciò subito il suo discorso: “Io non dimenticherò mai il primo giorno
che il nostro curato è arrivato in questa parrocchia. E ho avuto l'onore di
essere il primo ad andarmi a confessare …”. Morale: NON ESSER MAI IN RITARDO!
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