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GIORNALINO "NASCI DI NUOVO" N°43PAGINA 7
Racconto
del Pesce Mora
sedeva sulla spiaggia lanciando i sassolini in acqua. Era arrabbiata! I suoi
genitori le dicevano in continuazione cosa doveva fare e lei non ce la faceva più.
Decisa a non ubbidir loro mai più, lanciò l’ultimo sasso in acqua e fece per
andarsene. Appena
il suo sassolino s’immerse nel mare, le acque iniziarono ad incresparsi e a
schiumare. Onde gigantesche si levarono e si infransero sulla spiaggia. “Accipicchia!”
gridò allontanandosi. “Non l’ho gettato così forte!” Ma non era stato il
suo sassolino a provocare una reazione così violenta. Era stato il pesce di
venti metri che in quel momento era atterrato di fronte a lei. Mora
si sentì gelare il sangue nelle vene. A lei in genere i pesci non piacevano, e
tanto meno uno così enorme che continuava ad occhieggiarla. Stava pensando sul
da farsi, quando improvvisamente il pesce gigante iniziò a dare segni di
nausea. Stava quasi per vomitare e Mora si trovava proprio sulla sua
traiettoria. Saltò dietro un cespuglio lì vicino proprio in tempo, mentre il
pesce diede l’ultimo spasimo e vomitò per tutta la spiaggia. Che
macello! C’erano alghe e legni, e lische e... e... e... Mora si strofinò gli
occhi. Non riusciva a credere ai suoi occhi. Lì, fra quelle schifezze
c’era... un uomo! Ed era vivo. L’uomo
si alzò in piedi ed il pesce gigante si trascinò di nuovo in mare. L’uomo
era bassino, con una barbetta che sembrava più un cespuglio di alghe che un
insieme di peli. La sua pelle era raggrinzita come quella di una prugna secca e
puzzava terribilmente. “Che schifo!” pensò Mora, tappandosi il naso e
nascondendosi meglio dietro al cespuglio. “Ma come ha fatto a finire dentro al
pesce?” Lo
guardò togliersi una scheggia di legno da sotto ai piedi, poi si pulì il muco
dagli occhi e dalle orecchie e si mise a camminare sulla spiaggia, scomparendo
da lì a poco dalla sua vista. Tirò
un sospiro di sollievo e saltò fuori dal cespuglio, preparandosi a ritornare a
casa. Nonostante
i suoi pensieri vagassero ancora sugli strani eventi accaduti sulla spiaggia,
era ancora determinata a dire ai suoi genitori che aveva deciso di non ubbidire
più alle loro richieste. “L’ho
appena visto!” sentì dire al padre, entrando in casa. “Era lo stesso uomo
che ci ha chiesto di buttarlo a mare perché aveva disubbidito al suo Dio. Ci ha
detto che così facendo avremmo calmato la tempesta. E così è stato!” “Uau!”
disse la mamma di Mora mentre Mora entrava in casa. “Il suo Dio deve essere
molto potente, se ha potuto fermare una tempesta come quella. Ma perché non è
annegato?” “Beh”,
continuò il padre di Mora, “pare che sia stato nella pancia di un pesce per
tre giorni e tre notti. Ora non so se è stato il suo Dio a fare una cosa del
genere”. A
Mora si congelò di nuovo il sangue, sentendo menzionare il grosso pesce. Ecco
perché quello strano uomo era finito nella pancia del pesce! Aveva disubbidito
al suo Dio. “Cos’ha
fatto per fare arrabbiare il suo Dio?” chiese Mora, sorprendendo un po’ i
suoi genitori che non l’avevano sentita rientrare. “Beh”,
disse il padre chinandosi per abbracciare sua figlia, “pare che si sia
rifiutato di fare quello che Dio gli aveva chiesto di fare!” “Veramente!”
sussurrò Mora ricordandosi l’immagine di quell’uomo appiccicoso che aveva
trascorso tre giorni dentro la pancia di un pesce. “Oh mamma!” e senza
pensarci sopra, Mora si voltò verso sua madre e disse: “C’è qualcosa che
vorresti che io facessi? Devi solo chiedermelo, sai. Sarò dispostissima a
farla”. E con ciò, Mora afferrò una scopa ed iniziò a pulire freneticamente
la casa. PENSA! PREGHIAMO RIESCI A TROVARE QUESTA STORIA NELLA BIBBIA?
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