| |
UN CAMBIAMENTO RADICALE - La testimonianza di George Kucera, ex-prete
cattolico romano
[Rendo grazie al Signore di avermi chiamato, poiché
egli mi ha tratto dal sonno e messo a cuore di cercarlo. Gli rendo grazie di
avermi dato il coraggio e la forza di lasciare tutto confidando in Gesù Cristo,
il Signore e il Salvatore che mi chiama per nome]
Agli occhi della Chiesa cattolica io continuo ad
essere un sacerdote, "sacerdos per aeternam" (sacerdote per
l’eternità). Ma è vero, visto che io ora rigetto questo ruolo? Dopo essere
stato prete cattolico per soli cinque anni, ho riversato la mia fedeltà sul
sacerdozio di Gesù Cristo e solo su di esso, senza alcun intermediario, e per
sempre, poiché è lui che è morto per i miei peccati. Perché questo
cambiamento radicale?
Avendo ricevuto una educazione sia tradizionale che rigorosa in una famiglia
cattolica, non avevo mai esaminato in profondità la mia vita religiosa e il
contenuto della mia fede. Andavo in chiesa senza pensare troppo a ciò che
facevo, e mi sottomettevo in modo abitudinario ai precetti dei vescovi.
Quest’ultimi non erano essi i veri garanti della verità, un "ponte"
fra Dio e il suo popolo?
Mio padre, che aveva studiato presso i Gesuiti, vigilò affinché io
ricevessi una educazione molto severa. Imparai quanto era importante applicarmi
a scuola, obbedire ai miei genitori, e prima di tutto, vivere piamente. Ci
voleva coraggio per confessare pubblicamente una fede religiosa qualunque essa
fosse nel mio paese natale, che è la Repubblica Cecoslovacca, poiché i
comunisti perseguitavano tutti quelli che manifestavano una vita spirituale in
una maniera o nell’altra.
La Chiesa cattolica viveva nell’illegalità. Il governo proibiva la
lettura dei libri e delle riviste teologiche. Mio padre, fervente cattolico, fu
anche in prigione per un breve tempo a causa della sua fede. Malgrado il
pericolo, noi andavamo in chiesa tutte le domeniche, e ogni giorno dicevamo una
preghiera prima dei pasti e prima di andare a dormire. Una volta alla settimana
invocavamo Maria recitando il rosario.
Mi piaceva servire la Messa; l’odore dei ceri e dell’incenso mi piaceva,
così come le meravigliose sonorità dell’organo. Ero felice di meritare il
privilegio di stare presso l’altare, là dove il prete "offriva Gesù in
sacrificio, sotto le apparenze del pane e del vino". Trovavo tutto questo
misterioso e avvincente. Per venticinque anni svolsi delle attività nella
chiesa dell’Arcivescovo, un enorme e magnifico edificio gotico. Servivo
"la santa messa", tenevo talvolta l’organo durante le liturgie,
partecipavo alle riunioni della parrocchia, e facevo delle letture bibliche.
Non dimenticherò mai le straordinarie celebrazioni del Natale o della
Pasqua. Spesso mi aprivo una strada nella neve e nel freddo per andare in chiesa
presto la mattina, e ripartivo solo il pomeriggio. Quand’ero studente
all’Università, andavo alla messa delle sei tutte le mattine.
All’età di vent’otto anni, lavoravo come informatico. In quanto
violinista, partecipavo a dei concerti pubblici; ma decisi che l’ideale per la
mia vita, sarebbe stato di mettermi al servizio di Dio studiando per diventare
professore, poiché l’insegnamento mi piaceva molto. Speravo anche di
mantenere delle attività musicali. Siccome era impossibile ricevere una
formazione di prete nella Repubblica Cecoslovacca, fuggii: passando per la
Iugoslavia, raggiunsi l’Italia, e là, con lo statuto di rifugiato, cominciai
a studiare filosofia e teologia all’Università del Laterano.
Fu una missione internazionale cattolica tedesca che finanziò tutti i miei
studi a Roma per cinque anni. Essa mi aiutò molto. Ricevetti tutto quello di
cui avevo bisogno per studiare, e per essere franco, devo dire che mi divertii a
quel sistema di "vita in comunità". Offriva molta comodità e avevo
poche responsabilità. Tuttavia, a volte vedevo la "potenza cattolica"
all’opera nella formazione religiosa dei futuri responsabili di chiesa; vedevo
anche l’ipocrisia che si attacca all’obbedienza cieca alle autorità. Ma
feci dei miei studi di teologia il mio centro d’interesse esclusivo, senza
concedere molta attenzione a queste questioni importanti.
D’altro canto, nell’ambito della mia formazione, altri aspetti del
cattolicesimo mi saltavano spesso agli occhi. Cominciai a memorizzare il
contenuto del "Magistero della Chiesa". "Magistero" vuol
dire "autorità per insegnare". Questa autorità aveva stabilito un
insegnamento immutabile: non potevamo in nessun modo dibatterlo, né manifestare
il minimo disaccordo. Vidi in questo un’altra forma di comunismo, una sorta di
"comunismo ecclesiastico" che gridava in sostanza: "Tutto quello
che vi si dice, fatelo, e state zitti!" Questo ritornello non aveva niente
di nuovo per me: l’avevo sentito anche troppo nel sistema totalitario
comunista. Tutto ciò mi fece molto soffrire. Mi spinse a riflettere.
Questo divieto di riflettere e di agire mi ha sempre inquietato molto, lo
devo dire. Essendo matematico, mi piace ciò che è esatto; mi piace che in fin
dei conti si possa attribuire un valore specifico a tutte le
"incognite". Cominciai quindi ad avere dei dubbi studiando la storia
dei dogmi cattolici e la teologia di Tommaso d’Aquino, che poggia interamente
sulla filosofia pagana di Aristotele.
In realtà, da un punto di vista cattolico, avevo tre "torti": mi
ero messo a leggere la Bibbia, mi ero impegnato in una riflessione personale su
tutte le dichiarazioni e tutte le pratiche della Chiesa romana, e cominciai a
disobbedire ai miei superiori.
Mi sforzavo di studiare da me stesso, e di cercare le risposte alle
domande che mi ponevo. Leggevo volentieri la Bibbia, e soprattutto mi piaceva
farne l’esegesi. Questo mi fece capire che la mia vita spirituale era invasa
dagli appuntamenti, dalla burocrazia, e da ogni tipo di distrazione. Gli scritti
del teologo e psicologo tedesco Eugène Drewermann sull’incapacità della
Chiesa cattolica a "guarire", confermavano ai miei occhi l’assurdità
delle pratiche cattoliche obbligatorie di fronte al piano di salvezza di Dio.
Dovetti riconoscere la mia incapacità ad obbedire a tutte le leggi che deve
osservare un "santo prete": bisognava dire ogni giorno le lunghe
preghiere del Breviario, celebrare fino a tre o quattro messe al giorno, sentire
le confessioni, e dirigere innumerevoli funerali. Se uno non è stato un prete
di parrocchia a Roma (dove vengono alla messa solo persone anziane che hanno un
bisogno superstizioso di rendere un culto alle statue e piangere ai funerali)
non può capire fino a che punto ho sofferto nel mio spirito.
Era assolutamente impossibile muovere qualsiasi cosa; cercai ugualmente di
cambiare un po’ questa mentalità italiana. Ma ciò si rivoltava sempre contro
di me; non mancavano di dire che ero giovane ed inesperto, e che venivo
dall’estero.
Erano circa tre anni che ero incapace di pronunziare le parole: "Ti
assolvo". Le trovavo blasfeme. Cominciai a riflettere sugli insegnamenti
della Bibbia: "Se confessiamo i nostri peccati, Egli è fedele e giusto da
rimetterci i peccati e purificarci da ogni iniquità" (1 Giovanni 1:9).
"Poiché chiunque avrà invocato il nome del Signore, sarà salvato"
(Romani 10:13).
Quando osservavo la Chiesa cattolica dall’interno, avevo l’impressione
di essere in un vasto supermercato, dove tutto si compra per denaro: i
sacramenti, le intercessioni, il paradiso per un caro che è morto, il perdono,
e perfino la grazia! Tutto questo poggiava sul principio: "Tu devi!",
e su innumerevoli doveri. Ma ormai ero alla ricerca della fede autentica secondo
Dio, della fede conforme alle Scritture.
Ecco cosa insegna la Parola di Dio: "Giustificati dunque per fede,
abbiam pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore, mediante il quale
abbiamo anche avuto, per la fede, l’accesso a questa grazia nella quale stiamo
saldi; e ci gloriamo nella speranza della gloria di Dio" (Romani 5:1-2).
Sono sempre stato convinto che ogni cristiano è "sacerdote", nel
senso in cui lo proclama la Sacra Scrittura: "Ma voi siete una generazione
eletta, un real sacerdozio, una gente santa, un popolo che Dio s’è
acquistato, affinché proclamiate le virtù di Colui che vi ha chiamati dalle
tenebre alla sua meravigliosa luce" (1 Pietro 2:9).
Non ho mai accettato la distinzione che fa il cattolicesimo fra i preti e i
monaci da una parte, e dall’altra parte i "laici" che non servono il
Signore a pieno tempo. Su questo punto il mio pensiero era già conforme alla
Bibbia e dunque non avrei dovuto essere ordinato prete probabilmente. Ma ecco,
in me c’era la speranza di veder cambiare la Chiesa cattolica, come sembravano
annunciarlo certi documenti di Vaticano II.
Quanto al "purgatorio" avevo sempre avuto dei dubbi a riguardo,
perfino al tempo in cui mi preparavo al sacerdozio. Lo vedevo che era una
nozione puramente filosofica che concerneva l’anima umana, una nozione
estranea alla Bibbia perché il Signore ha detto: "In verità, in verità
io vi dico: Chi ascolta la mia parola e crede a Colui che mi ha mandato, ha vita
eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita"
(Giovanni 5:24).
Alla fine, dopo aver passato sette anni a leggere la Parola di Dio e a
riflettervi, dopo aver riletto la storia dello sviluppo dei sacramenti e dei
diversi dogmi ecclesiastici, cominciai a vedere chiaro. Mi ponevo la domanda:
"Quante messe e quante sofferenze devo accumulare per essere salvato?"
Questa domanda mi ossessionava costantemente durante ogni cerimonia. Poi nel
maggio del 1999 segnai una battuta d’arresto, e meditai su questa parola della
Bibbia: "Senza spargimento di sangue non c’è remissione" (Ebrei
9:22).
"Datemi un punto d’appoggio, ed io solleverò il mondo", diceva
Archimede. Io so chi è questo punto d’appoggio, questo punto assolutamente
fisso: è il Cristo Gesù degli Evangeli, il Figlio di Dio, il mio Signore e
Salvatore. Tutto il resto è secondario! La struttura complicata della chiesa
gerarchizzata, le antiche tradizioni umane e i dogmi mutevoli sfiorano solo il
problema.
Avevo l’abitudine di amministrare i sacramenti a dei parrocchiani molto
anziani. Che contrasto con le Chiese evangeliche dove l’Evangelo era vissuto,
dove i giovani cantavano per il Signore con molto entusiasmo! Dopo aver
personalmente conosciuto le superstizioni e i rituali complessi del
cattolicesimo, trovai sulla mia strada delle persone che vivevano nella libertà
di Cristo, che è la Verità in persona. Mi ricordai di quello che lui stesso
aveva detto: "la verità vi farà liberi" (Giovanni 8:32).
Fin dal 1999 avevo capito che ero diventato un problema per il sistema
cattolico romano. In occasione di attività musicali, conobbi due missionari
dell’Associazione dei Battisti Conservatori (Conservative Baptist
International Mission Organization). Proprio come facevano certi altri preti,
avevo un atteggiamento altezzoso e audace, come per dire: "Il cattolicesimo
possiede la verità: allora dietro di me, razza di protestante!" (Questo si
dice ancora oggi a Praga, dove i cattolici restano fieri di aver fatto bruciare
vivo Giovanni Hus circa seicento anni fa).
Cosa strana, dovevo ancora scoprire che questi missionari non solo erano la
dolcezza e la cortesia personificate ma mettevano anche in pratica l’Evangelo
di Cristo nei diversi campi della loro vita. Ricondotto a più modestia,
cominciai a vederli più spesso. Assistevo anche al loro culto domenicale,
quando riuscivo a scappare dal confessionale fra due messe. Mi regalarono
numerosi libri, che lessi tutti. Perché dunque questo cambiamento? Il fatto è
che mai niente di simile mi era ancora accaduto, e a un tratto, mi sentii
portato in un’altra direzione
Che bellezza c’era nella semplicità e nella veracità di questa fonte
unica, accessibile a tutti: le sacre Scritture! Benedetto sia lo Spirito Santo
che mi ha aperto gli occhi! Sono le Scritture che mi hanno insegnato la fede
personale nel Signore. È lui che mi ha trovato, e il sangue ch’egli ha
versato sulla croce mi procura il perdono dei miei peccati. Era necessario
questo intervento sovrano dello Spirito Santo, poiché spiritualmente parlando
ero morto.
Da allora, questa parola dell’Apostolo Paolo diventò vera per me:
"Perché la legge dello Spirito della vita in Cristo Gesù mi ha affrancato
dalla legge del peccato e della morte" (Romani 8:2). Dato che c’è un
legame diretto fra la redenzione operata da Cristo e il ministero dello Spirito
Santo, ora riconosco che al tempo del mio sacerdozio io commettevo un errore che
conduceva le anime alla dannazione, quando attribuivo al battesimo dei neonati
l’opera che compie direttamente lo Spirito Santo. Infatti come dice la
Scrittura, "Quel che è nato dalla carne, è carne; e quel che è nato
dallo Spirito, è spirito" (Giovanni 3:6).
L’intervento dello Spirito Santo fu assolutamente indispensabile affinché
io peccatore venissi a Cristo; ed è questo stesso Spirito Santo che applica la
redenzione di Cristo ad ogni peccatore che pone la sua fede solo in Cristo per
essere salvato.
Sì, le vie di Dio sono insondabili, e il Signore Iddio è immensamente
grande. Quando si ha quaranta anni, si è ancora capaci di sognare un po’;
tuttavia una cosa è certa: le trasformazioni che sono sopraggiunte nella mia
vita non hanno niente a che vedere con il gusto per l’avventura. In realtà
nella sua grazia, Dio ha risposto alla mia ricerca della Verità, e al mio
desiderio di conoscere il senso dell’Evangelo.
Fui battezzato nel luglio del 1999. Mediante quest’atto simbolico presi
l’impegno di seguire il mio Signore e unico Salvatore, camminando
nell’obbedienza, in una relazione personale con lui. È lui che mi ha chiamato
a credere e a farmi battezzare. Finalmente si adempì nella mia vita questa
parola: "Conoscerete la verità, e la verità vi farà liberi"
(Giovanni 8:32).
Rendo grazie al Signore di avermi chiamato, poiché egli mi ha tratto dal
sonno e messo a cuore di cercarlo. Gli rendo grazie di avermi dato il coraggio e
la forza di lasciare tutto confidando in Gesù Cristo, il Signore e il Salvatore
che mi chiama per nome. Con lui tutte le cose sono possibili, e niente è
impossibile! Ringrazio il Signore Gesù Cristo di avermi aiutato a trovare la
buona strada che mi permette di vivere secondo la Verità, invece di fare
un’esistenza piena di zelo religioso e di "meriti" ma dove però
regna la morte spirituale.
Ringrazio i missionari incontrati e le loro meravigliose famiglie. Questo è
certo, Dio li ha messi sulla mia strada al momento giusto; essi hanno aggiunto
le poche gocce che mi fanno dire: "La mia coppa trabocca". Dio vi
benedica tutti, per tutte le vostre cortesie! Oggi, posso proclamare con gioia:
"Ecco, Iddio è la mia salvezza; io avrò fiducia, e non avrò paura di
nulla; poiché l’Eterno, l’Eterno è la mia forza ed il mio cantico, ed egli
è stato la mia salvezza" (Isaia 12:2).
Soprattutto lodo l’Iddio Sovrano, che mi ha salvato per la sua grazia, e
che mi ha purificato e riscattato mediante il sangue prezioso di Cristo. Che io
possa servirlo del continuo, mostrando la mia gratitudine, il mio amore, e la
mia ammirazione senza limiti verso questo Signore Iddio Onnipotente.
È con gioia e riconoscenza che annuncio il messaggio dell’Evangelo. Il
Signore Gesù Cristo è pronto ad accogliere ogni peccatore che si avvicina a
lui. Lui solo è capace di riconciliarvi con il Padre. Egli è lì, ed accetta
di accogliervi. La rivelazione ch’egli vi accorda mediante la sacra Scrittura
è quella della verità e dell’amore nel suo Santo Spirito. Fra quelli d’infra
noi che abbiamo passato lunghi anni in una religione fabbricata dall’uomo,
molti sentiamo risuonare alle orecchie queste parole terribili che escono dalla
sua bocca: "Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno
de’ cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è ne’ cieli"
(Matteo 7:21).
Quelli che si limitano a riconoscere l’autorità di Cristo, a credere
alla sua divinità, alle sue perfezioni e alla sua redenzione, non avranno la
minima parte nella salvezza di Dio se si fermano qui. Nel regno dei cieli
entreranno soltanto quelli che avranno fatto la volontà del Padre. Fate
attenzione, non vi appoggiate su dei rituali; la vostra fede sia in Cristo e in
nessun altro.
Moltissime persone sono state ingannate e sono perite per l’eternità
perch’esse si sono appoggiate su una menzogna. Il Signore Gesù ha mostrato
quanto mai chiaramente la volontà del Padre quando ha dichiarato: "Questa
è l’opera di Dio: che crediate in colui che Egli ha mandato" (Giovanni
6:29).
In lui, in Cristo Salvatore e Signore, George Kucera.
| |
|