Mettendo in evidenza il sacerdozio universale dei
credenti, in quanto tutti coloro che hanno accettato Cristo per fede ed
ubbidiscono a "Tutto l'Evangelo", sono membri del corpo
universale di Cristo e svolgono funzioni differenti "secondo la
grazia che... è stata data" , la Sacra Scrittura insegna che il
Signore glorificato ha dato "gli uni come apostoli; gli altri, come
profeti; gli altri, come evangelisti, gli altri come pastori e
dottori" , quali strumenti di guida, d'insegnamento, di elevazione e
di servizio per l'evangelizzazione del mondo, l'adorazione rivolta a Dio
in Spirito e verità e l'edificazione del corpo di Cristo.
Crediamo, però, che tali ministeri, come anche i carismi, esercitati dai
credenti non vadano usati come titolo di distinzione personale, affinché
tutta la gloria torni al Signore che li ha distribuiti per mezzo del Suo
Spirito. In Romani 12:6, vengono indicati altri ministeri, generalmente
definiti di carattere pratico, vale a dire l'esortazione, il dare, la
presidenza e il ministerio pratico del diaconato .
I termini biblici "anziano", "pastore" e
"vescovo" nel Nuovo Testamento non risultano essere dei titoli,
ma qualificazioni dello stesso ministerio di responsabilità o di guida
spirituale della comunità locale e già nella Chiesa del primo secolo
esprimevano rispettivamente i concetti di maturità, cura delle anime,
predicazione e sorveglianza spirituale dei credenti.
La suddivisione fra clero e laicato in seno al Cristianesimo è sorta dopo
il terzo secolo ed ha separato impropriamente i ministri dal popolo
introducendo un ordine gerarchico. Questa distinzione, però, è
totalmente in contrasto con il concetto biblico del sacerdozio universale
dei credenti. Prima di allora ogni comunità cristiana locale era
governata spiritualmente da un consiglio di "anziani", i quali
singolarmente o collettivamente, secondo il ministerio affidato loro dal
Signore glorificato, assumevano la responsabilità della presidenza, della
predicazione e della cura delle anime.
Per questa ragione riteniamo che l'esercizio del ministerio cristiano si
esprima con la vocazione divina ed il riconoscimento di essa da parte
delle chiese. Questo non costituisce, però, uno stato diverso da quello
proprio del sacerdozio universale dei credenti.
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