2. L'insegnamento del Nuovo Testamento

Il Nuovo Testamento riconosce uno stato dopo la morte, nel quale la vita spirituale viene continuata sotto nuove e migliori condizioni. L'ingresso in questa vita è il fine più elevato dell'uomo (Marco 9:43). Possedendo Cristo stesso, il credente già sulla terra ha fatto la transizione dalla morte alla vita (Giovanni 3:36); ma questo è solo l'inizio, la sua pienezza appartiene ad un'altra esistenza, che comincia con la «risurrezione della vita» (Giovanni 5:29). Vi è una vita a venire (I Timoteo 4:8), che ora è nascosta ma sarà manifestata quando Cristo, che è la vita nostra apparirà (Colossesi 3:4); allora sarà accordata la corona della vita, promessa a coloro che Lo amano (Giacomo 1:12).

Anche lo stato dei credenti che sono morti è migliore della vita presente, quantunque questa sia vissuta in Cristo (Filippesi 1:21). Ma la loro vita completa, la loro Terra Promessa, il loro diritto come figliuoli di Dio saranno conseguiti alla Sua venuta (Romani 8:17; Galati 4:7).

La morte fisica non può interrompere la comunione tra il cristiano ed il Suo Signore. «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muoia, vivrà; e chiunque vive e crede in me, non morrà mai» (Giovanni 11:25,26): con queste parole Gesù assicurò a Marta e Maria che il loro fratello non era perito, ma era al sicuro. Egli disse press'a poco: «Io amavo vostro fratello ed ho avuto una dolce comunione con lui; considerando chi sono, ricordando la Mia potenza, potete immaginare, anche per un solo momento, che io possa permettere alla morte di interrompere la comunione che era così cara ad entrambi?».

Vi sono molti argomenti razionali che sostengono l'immortalità, ma più rassicurante della fredda logica è il fatto che noi abbiamo comunione con Dio e con il Suo Cristo. Un santo che per anni sia stato deliziato dalla comunione con il Figliolo di Dio, che abbia udito la Sua voce e gustato la Sua presenza, quando si troverà sul letto di morte udrà il Figliolo di Dio dirgli: «Noi abbiamo camminato insieme ed abbiamo avuto delle dolci conversazioni, ma ora dobbiamo separarci e dirci per sempre addio»? Impossibile! Coloro che sono «in Cristo» (I Tessalonicesi 4:14-17) non possono essere separati da Lui né dalla vita, né dalla morte (Romani 8:38); perché uno che abbia coscientemente vissuto alla presenza di Cristo, è impossibile che sia separato da Lui dalla morte, perché i legami dell'amore di Dio non possono essere gettati nel nulla e nella desolazione.

Cristo dice a tutti i credenti: «È Lazzaro, è chiunque altro unito a Me? Si è attaccato fiduciosamente alla mia Persona? Allora tutto ciò che Io sono, tutta la potenza che è in Me diventerà operante nella sua vita. Il vostro fratello è unito a Me dalla fiducia e dall'affetto e quindi, poiché Io sono la Risurrezione e la Vita, questa mia potenza deve operare in lui».