a. Il ministerio generale e profetico. 1. Gli Apostoli. Furono quegli uomini che ricevettero il loro incarico dallo stesso Cristo vivente (Matteo 10:5; Galati 1:1); che avevano visto Cristo dopo la Sua risurrezione (Atti 1:22; I Corinzi 9:1); che godevano una speciale ispirazione (Galati 1:11,12; I Tessalonicesi 2:13); che esercitavano un prestigio amministrativo sopra le Chiese (I Corinzi 5:3-6; II Corinzi 10:8; Giovanni 20:22,23); che recavano credenziali soprannaturali (II Corinzi 12:12) e il cui principale lavoro era quello di fondare Chiese in campi nuovi (II Corinzi 10:16). Erano dirigenti delle Chiese, missionari organizzatori chiamati da Cristo, ripieni dello Spirito Santo. I «Dodici» apostoli di Gesù, e Paolo che faceva classe a sé, erano gli apostoli per eccellenza, ma il titolo fu dato anche ad altri che svolsero del lavoro missionario. La parola «apostolo» significa «missionario, mandato» (Atti 14:14; Romani 16:7). Vi sono stati altri apostoli da allora? La relazione dei dodici con Cristo è stata unica e nessun altro, da allora in poi l'ha realizzata; l'opera di uomini come, ad esempio, Giovanni Wesley può però essere definita apostolica. 2. I Profeti erano coloro che possedevano il ministerio del parlare ispirato. Dai primi giorni fino alla fine del secondo secolo, un ininterrotto stuolo di profeti e profetesse apparve nella Chiesa cristiana. Mentre l'apostolo e l'evangelista recavano il loro messaggio agli increduli (Galati 2:7,8), il ministerio del profeta era rivolto soprattutto ai cristiani. I profeti viaggiavano da Chiesa a Chiesa, come fanno oggi gli evangelisti, per quanto ogni Chiesa avesse dei profeti che ne etano regolati membri. 3. Dottori erano coloro che avevano il dono di spiegare la Parola. Come i profeti, molti di essi viaggiavano visitando le varie comunità. |