2. Il culto privato

Leggiamo che i primi cristiani perseveravano «nel rompere il pane» (Atti 2:42). Queste parole si riferiscono ad un pasto ordinario o alla celebrazione della Cena del Signore? Forse ad entrambi. Ecco ciò che può essersi verificato: in principio la comunione dei discepoli era così intima e sentita che consumavano i pasti insieme. Mentre circondavano la tavola per chiedere la benedizione di Dio sul cibo, il ricordo dell'ultima Pasqua di Cristo si affacciava alla loto mente e la richiesta della benedizione per il cibo si estendeva spontaneamente al ringraziamento e all'adorazione. sino a diventare un vero culto di adorazione; cosicché, a poco a poco sarebbe diventato difficile stabilire se i discepoli consumavano un pasto comune o partecipavano alla Santa Cena. La vita e l'adorazione erano in stretta relazione, in quei giorni!

Ma assai presto i due atti, il rompere il pane e la Santa Cena, vennero distinti, cosicché l'ordine del culto divenne il seguente. In un giorno stabilito, i cristiani si radunavano per consumare un pasto nella comunione fraterna, il Banchetto dell'Amore o Agape, caratterizzato dalla gioia che scaturiva dall'amore fraterno: tutti portavano delle provviste per il pasto e queste dovevano essere distribuite in parti uguali fra tutti. In I Corinzi 11:21,22 Paolo biasima l'egoismo di coloro che mangiavano il loro desinare senza farne parte ai poveri. Alla fine del Banchetto dell'Amore veniva celebrata la Cena del Signore. Nella chiesa di Corinto certuni si ubriacavano durante l'«Agape» e partecipavano alla Cena in quella condizione indegna.

Più tardi, nel primo secolo, la Santa Cena fu separata dall'Agape e venne celebrata la domenica mattina.