III. L'APPARTENENZA ALLA CHIESA

 

Il Nuovo Testamento pone le seguenti condizioni per appartenere alla Chiesa: bisogna avere fede nell'Evangelo ed una fiducia profondamente sentita in Cristo come l'unico Salvatore dato da Dio (Atti 4:12; Atti 16:31); inoltre, bisogna sottoporsi al battesimo in acqua come testimonianza simbolica della fede in Cristo (Romani 10:9,10; forse sarebbe più corretto considerare il sottoporsi al battesimo in acqua come il contrassegno del membro di Chiesa).

Nel principio, praticamente, tutti i membri di Chiesa erano realmente rigenerati: «E il Signore aggiungeva ogni giorno alla loro comunità quelli che erano sulla via della salvazione» (Atti 2:47). Aggiungersi alla Chiesa non voleva dire entrare a far parte di un'organizzazione, ma divenire membro di Cristo, come il ramo è innestato all'albero. Coll'andare del tempo, però, mentre la Chiesa diveniva più numerosa e più popolare, il battesimo nell'acqua ed il corso dei catecumeni presero il posto della conversione; il risultato fu l'ammissione, nella Chiesa, di un gran numero di membri che non erano veramente convertiti. Da allora in poi questa è stata, più o meno, la condizione del cristiano. Come ai tempi dell'Antico Testamento vi era un Israele dentro Israele, quelli, cioè, che erano Israeliti di fatto oltre che di nome, così nel corso della storia della Chiesa vediamo una Chiesa nella Chiesa, dei cristiani, cioè, veramente tali in mezzo a cristiani professanti.

Dobbiamo pertanto distinguere tra la Chiesa invisibile, che è composta da veri cristiani appartenenti a tutte le denominazioni, e la chiesa visibile, composta da tutti coloro che professano di essere cristiani. La prima è composta da coloro i cui nomi sono scritti nei cieli, la seconda da coloro i cui nomi sono scritti nei registri di Chiesa. Questa distinzione è implicita in Matteo 13, dove il Signore parla de «i misteri del regno dei cieli», un'espressione che corrisponde alla designazione generale di «cristianesimo». Le parabole di questo capitolo tracciano la storia spirituale del cristianesimo fra il primo ed il secondo avvento di Cristo; da esse apprendiamo che vi sarà un misto di bene e di male nella Chiesa fino alla venuta del Signore, quando la Chiesa sarà purificata e una separazione tra ciò che è genuino e ciò che è falso verrà fatta (Matteo 13:36-43,47,49). L'apostolo Paolo esprime la stessa verità, quando paragona la Chiesa ad una casa nella quale sono molti vasi, alcuni ad onore ed altri a disonore (II Timoteo 2:19-21).

La Chiesa è sinonimo di Regno di Dio? Che l'era della Chiesa sia una fase del regno è implicito in Matteo 16:18,19, nelle parabole di Matteo 13 e in un'affermazione di Paolo in cui l'opera cristiana viene inclusa nella sfera del regno di Dio (Colossesi 4:11). Così stando le cose e poiché «regno dei cieli» è un'espressione che indica una realtà vasta e molto comprensiva, possiamo definire la Chiesa come una parte del regno: «La Chiesa può essere considerata una parte del regno di Dio, come l'Italia è una parte dell'Europa». La Chiesa predica il messaggio che tratta della nascita dell'uomo nel regno di Dio (Giovanni 3:3-6; I Pietro 1:23).