f. Disposizione ad apprendere Da I Corinzi 14:36,37 si può desumere che alcuni della comunità di Corinto si erano risentiti per le riprensioni dei loro conduttori. Il capitolo quattordici della prima epistola ai Corinzi insegna che esiste una potenza da controllare. Ovviamente, esso non avrebbe nessun significato per una chiesa che non esperimentasse le manifestazioni dello Spirito. È vero che i Corinzi erano usciti fuori di binario per ciò che riguarda i doni spirituali, ma avevano un binario dal quale uscir fuori! Se Paolo avesse agito come certi critici moderni, avrebbe tolto il binario; in vece lui, saggiamente, rimise i Corinzi sul binario stesso. Quando la Chiesa del secondo e terzo secolo reagì contro certe stravaganze, andò all'estremo opposto e lasciò ben poco luogo all'opera del lo Spirito. Questo però spiega solo in parte la scomparsa dell'entusiasmo della Chiesa e la cessazione generale delle manifestazioni spirituali. Assai presto, nella storia della Chiesa, ebbe inizio un processo di centralizzazione dell'organizzazione e la formulazione di credi complicati e rigidi. Mentre tutto questo era necessario per difendersi dalle false dottrine, tendeva ad impedire il libero movimento dello Spirito ed a fare del cristianesimo una questione di ortodossia, piuttosto che di vitalità spirituale. Il Dott. T. Rees scrive: Nel primo secolo lo Spirito era conosciuto per le Sue manifestazioni, ma nel secondo secolo, ed in seguito, per la regola della Chiesa; ogni fenomeno spirituale che non fosse conforme a quella regola veniva attribuito agli spiriti maligni. Le stesse cause, nei tempi moderni, hanno determinato la negligenza della dottrina e dell'opera dello Spirito Santo, negligenza riconosciuta e deplorata da molti conduttori religiosi. Ciò nonostante, lo Spirito Santo non ha mai mancato di aprirsi una via attraverso tutti gli ostacoli dell'indifferenza e del formalismo e di operare con la potenza che risveglia. Nota. Si deve fare differenza fra la manifestazione e la reazione. La luce nella lampadina elettrica è una manifestazione dell'elettricità: è nella natura dell'elettricità manifestarsi come luce. Ma, quando qualcuno tocca un filo scoperto e fa un urlo che lacera i timpani, non possiamo definire quell'urlo come una manifestazione dell'elettricità, perché non è nella natura dell'elettricità manifestarsi in una voce. L'accaduto deriva dalla reazione della persona alla forza elettrica. Naturalmente la reazione dipende dal carattere e dal temperamento della persona stessa: degli individui che sappiano ben controllarsi possono limitarsi a trasalire rimanendo silenziosi. Applichiamo questa regola alla potenza spirituale. L'esercizio dei doni in I Corinzi 12:7-10 è scritturalmente descritto come manifestazione dello Spirito. Molte azioni comunemente chiamate «manifestazioni» sono in realtà le reazioni della persona al movimento dello Spirito. Ci riferiamo ad azioni come il gridare, piangere, alzare le mani ed altre. Quale utilità pratica vi è nella conoscenza di questa distinzione? 1. Ci permetterà di onorare e di riconoscere l'opera dello Spirito senza attribuirGli tutto ciò che può accadere in una riunione. Ci preserverà anche dall'errore opposto: coloro che ignorano la distinzione finora fatta, concludono erroneamente, allorché gli atti di un individuo sono talora antiestetici, che quell'individuo non è sotto l'ispirazione dello Spirito. Questi critici potrebbero essere paragonati ad uno che, vedendo il contegno grottesco di una persona investita dalla corrente elettrica, esclami disgustato: «Ma l'elettricità non agisce così!». Il contatto diretto con lo Spirito Santo scuote in modo tale, che si può ben perdonare alla fragile carne umana, se non agisce con la calma e l'indifferenza che manifesterebbe per il muoversi di una brezza gentile. 2. La conoscenza di questa distinzione ci incoraggerà, naturalmente, a reagire al movimento dello Spirito in un modo che possa sempre ritornare alla gloria di Dio. Sarebbe certamente ingiusto e poco gentile criticare le stravaganze di un neo-convertito, come sarebbe ingiusto criticare le cadute di un bambino che impara a camminare. Allo stesso tempo però, a giudicare dal capitolo 14 della I Corinzi, è chiaro che Dio vuole che il Suo popolo reagisca allo Spirito in un modo intelligente edificante e controllato: «Cercate di abbondarne per l'edificazione della Chiesa» (I Corinzi 14:12). |