c. La Sua prova iniziale Come si riconosce il battesimo nello Spirito Santo? In altre parole, qual è la prova che un credente ha ricevuto il battesimo nello Spirito Santo? Non si può decidere sulla questione in base ai quattro Evangeli, perché essi contengono le profezie della venuta dello Spirito e una profezia è resa perfettamente chiara solo dopo il suo adempimento; né può essere chiarita attraverso le Epistole, perché esse consistono, in gran parte, d'istruzioni pastorali indirizzate a chiese già consolidate, dove la potenza dello Spirito, con le manifestazioni esteriori, era considerata l'esperienza normale di ogni cristiano. È pertanto evidente che la questione può essere chiarita solo con il libro degli Atti, il quale riporta molti esempi di persone che ricevettero il battesimo nello Spirito Santo e descrive gli effetti che ad esso seguivano. Ammettiamo che non in ogni caso menzionato nel libro degli Atti siano riportati gli effetti del battesimo; ma dove questi vengono descritti, vi è sempre un'immediata e soprannaturale manifestazione esteriore che convince non solo colui che riceve, ma anche coloro che ascoltano, che quella persona è controllata da una potenza divina; e in tutti i casi si manifesta un parlare in una lingua mai studiata da chi la parla. Questa affermazione è solo l'interpretazione di un gruppo religioso o è stata riconosciuta da altri? Il Dottor Rees, un teologo inglese di vedute liberali, scrive: La glossolalia (il parlare in lingue sconosciute) era il dono più cospicuo e più comune dei primi anni della Chiesa. Sembra che accompagnasse regolarmente e costituisse la prova della discesa dello Spirito Santo sui credenti. Il Dott. G.B. Stevens di Yale scrive nella sua «Teologia del Nuovo Testamento»: Lo Spirito veniva ritenuto un dono speciale che non sempre accompagnava la fede e il battesimo. Non si riteneva che i Samaritani avessero ricevuto lo Spirito Santo quando credettero alla Parola di Dio. Essi avevano creduto ed etano stati battezzati; ma fu solo quando Pietro e Giovanni imposero loro le mani, che furono ripieni di Spirito Santo. Evidentemente si trattava di un dono o di una esperienza particolare. Commentando Atti 19:1-7 scrive: Non solo quando credettero, ma neppure dopo essere stati battezzati nel nome di Gesù ricevettero lo Spirito Santo; fu solo dopo che Paolo ebbe imposte loro le mani, che lo Spirito Santo venne su loro ed essi parlarono nuove lingue e profetizzarono. Qui è ovvio che il dono dello Spirito viene visto come sinonimo del carisma estatico del parlare in lingue e profetizzare. Il Dott. A.B. Macdonald, già pastore della Chiesa di Scozia, scrive: La fede della Chiesa nello Spirito sorse dall'esperienza; durante i primi giorni di vita della Chiesa, i discepoli si avvidero di una nuova potenza che agiva in loro. La Sua manifestazione più evidente in principio fu il «parlare in lingue», cioè il parlare estatico in una lingua inintelligibile. Tanto coloro che possedevano questa potenza, quanto coloro che vedevano ed udivano le Sue manifestazioni, erano convinti che una potenza procedente dal mondo superiore era entrata nella loro vita rivestendoli della capacità di parlare e di altri doni, doni e capacità che apparivano diversi da un semplice accrescimento delle doti che già possedevano. Delle persone che fino a quel momento non erano emerse in nessun modo sugli altri, divenivano improvvisamente capaci di elevare preghiere ed elocuzioni appassionate, o di una condotta nobile la quale manifestava chiaramente che erano a contatto con l'invisibile. Egli afferma che il parlare in lingue «sembra fosse la manifestazione più evidente e più caratteristica dello Spirito». Nel Nuovo Testamento viene fatta qualche distinzione fra coloro che hanno ricevuto questo rivestimento di potenza e coloro che non l'hanno ricevuto? A.B. Macdonald, lo scrittore che abbiamo citato sopra, risponde affermativamente. Egli rileva che la definizione «semplice uditore», in I Corinzi 14:16,23, che egli traduce «cristiani privati», denota persone che si differenziano dagli increduli per il fatto che prendono parte al culto solo per dire «amen»; essi sono distinti anche dai credenti per il fatto che non possono prendere parte attiva alle manifestazioni dello Spirito. Sembra che nei luoghi di riunione venisse riservato uno spazio speciale ai «semplici uditori» (I Corinzi 14:16). Weimouth traduce la parola «semplici uditori» con l'espressione «certuni che non hanno il dono», il lessico di Thayer la rende con «uno che non ha il dono delle lingue, un cristiano che non è profeta»; Macdonald lo definisce come «uno che aspetta o è in attesa del momento decisivo in cui lo Spirito scenderà su di lui». I migliori studiosi, a qualunque denominazione o scuola di pensiero teologico appartengano, ammettono che la discesa dello Spirito Santo nella Chiesa primitiva non era una cerimonia formale o una teoria dottrinale, ma una vera esperienza. Canon Streeter dice che Paolo domanda ai Galati se hanno ricevuto il dono dello Spirito per la legge o per la fede, dimostrando così di considerare il ricevere lo Spirito qualche cosa di definito ed osservabile come, ad esempio, un attacco d'influenza». |