1. La natura della Giustificazione: assoluzione divina

La parola «giustificare» è un termine giuridico che significa «assolvere», dichiarare giusto, emettere sentenza di assoluzione. L'immagine è presa dalle relazioni legali: il colpevole sta ritto davanti a Dio, il giusto Giudice ma, invece di una sentenza di condanna, riceve una sentenza di assoluzione.

Essere «giustificati», o «giusti», significa essere accettati da Dio, una condizione in cui si entra per fede. È un dono gratuito di Dio, reso possibile attraverso la fede in Cristo (Romani 1:17; Romani 3:21,22). È lo stato nel quale si trova il credente (Romani 5:2). Nonostante il suo passato peccaminoso e la sua presente imperfezione, il credente ha una posizione sicura in relazione a Dio; «giustificato» è il verdetto di Dio e nessuno può contraddirlo (Romani 8:34). La dottrina è stata definita come segue: «La giustificazione è un atto della gratuita grazia di Dio, per il quale Egli perdona tutti i nostri peccati e ci accetta come giusti agli occhi Suoi unicamente per la giustizia di Cristo, ascrittaci e ricevuta solamente per fede».

La giustificazione, prima di tutto, è un mutamento di posizione del peccatore: mentre prima era condannato, ora è assolto; mentre prima era sotto la condanna divina, ora è oggetto della lode divina.

La giustificazione include qualcosa di più che il perdono dei peccati e la rimozione della condanna; all'atto della giustificazione, Dio pone il colpevole nella posizione di un giusto. Il governatore di uno Stato può perdonare un criminale, ma non può ristabilirlo nella condizione di uno che non abbia mai violato la legge. Iddio invece può fare entrambe queste cose: Egli cancella il passato con i suoi peccati e le sue colpe, poi tratta l'individuo come se non avesse mai commesso alcun peccato in vita sua! Un criminale perdonato non viene considerato o definito come uomo dabbene e giusto; ma quando Dio giustifica il peccatore, lo dichiara giustificato, cioè giusto davanti a Sé. Non vi è giudice che possa legalmente giustificare un criminale, cioè dichiararlo uomo dabbene e giusto; Paolo ci assicura che Dio ha giustificato gli empi. «Il miracolo dell'Evangelo è che Dio va agli ingiusti con una misericordia che è allo stesso tempo giustizia e consente loro per la fede, nonostante ciò che essi sono, di entrare in una nuova relazione con Lui, una relazione resa possibile dalla Sua divina bontà. Tutto il segreto del cristianesimo del Nuovo Testamento, di ogni risveglio religioso e di ogni riforma nella Chiesa, consiste nel meraviglioso e glorioso paradosso: "Dio giustifica gli empi"».

Vediamo dunque che la giustificazione è prima una sottrazione, la cancellazione dei peccati, e poi un'addizione, l'imputazione della giustizia.