b. Liberazione dal peccato

Attraverso l'espiazione, non solo il credente viene liberato dalla colpa dei peccati già commessi, ma può essere anche liberato dalla potenza del peccato. Questo argomento viene trattato in Romani 6-8. Paolo anticipa un'obiezione che alcuni dei suoi oppositori giudei dovevano sollevare spesso, vale a dire l'obiezione che se il popolo poteva essere salvato solamente credendo in Gesù, avrebbe preso il peccato alla leggera; perciò l'apostolo dice: «Rimarremo noi nel peccato onde la grazia abbondi?» (Romani 6:1). Paolo respinge questo pensiero ed osserva che colui che crede veramente in Cristo ha fatto una netta separazione tra se stesso ed il peccato, in virtù della sua fede, e tale rottura è così decisiva da essere definita come «morte» (la fede vivente nel Salvatore crocifisso comporta la crocifissione della vecchia natura di peccato). Colui che crede con tutta la forza dell'anima sua (e questo è proprio ciò che è il vero credere) che Cristo è morto per i peccati, ha una tale convinzione del terribile carattere del peccato, che lo ripudia con tutto l'essere suo: la Croce significa la condanna del peccato nella sua vita. Ma il tentatore lavora e la natura umana è debole, da qui la necessità della vigilanza costante e della crocifissione continua degli impulsi peccaminosi (Romani 6:11). La vittoria è assicurata: «Perché il peccato non vi signoreggerà, poiché non siete sotto la legge, ma sotto la grazia» (Romani 6:14). Legge significa che il peccatore deve fare qualche cosa; ma egli è incapace di pagare il debito e di fare ciò che la Legge richiede, così rimane nella morsa del peccato. D'altro canto, Grazia significa che qualche cosa è stata fatta per il peccatore: l'opera perfetta del Calvario. Come crede a ciò che è stato fatto per lui, così l'uomo riceve ciò che è stato fatto per lui.

La sua fede ha un potente alleato nella Persona dello Spirito Santo, che dimora in lui, lo aiuta a schiacciare gli impulsi del peccato, lo aiuta a pregare e gli dà certezza della libertà e della vittoria come figliuolo di Dio (Romani 8). Cristo è morto per rimuovere l'ostacolo del peccato, affinché lo Spirito di Dio potesse entrare nella vita umana (Galati 3:13,14).

Essendo salvato dalla misericordia di Dio rivelata nella Croce, il credente riceve la purificazione ed un risveglio spirituale (Tito 3:5-7); essendo morto alla vecchia vita di peccato, egli è rinato a nuova vita: è nato d'acqua (esperimentando la purificazione) e di Spirito (ricevendo la vita divina) (Giovanni 3:5).