3. L'efficacia del sacrificio

Fino a qual punto i sacrifici dell'Antico Testamento erano efficaci? Assicuravano realmente il perdono e la purificazione? Quali benefici portavano a chi li offriva? Queste domande hanno una grande importanza. perché, paragonando e confrontando i sacrifici levitici con il Sacrificio di Cristo, potremo comprendere meglio l'efficacia e le finalità di quest'ultimo.

L'argomento viene trattato nella Lettera agli Ebrei. Lo scrittore si rivolge ad un gruppo di cristiani ebrei che, scoraggiati dalle persecuzioni erano tentati di ritornare al giudaesimo ed ai sacrifici del Tempio. Era facile per gli Ebrei che si convertivano al cristianesimo cadere in questa tentazione, perché le realtà alle quali essi credevano come cristiani sono invisibili, mentre il Tempio con i suoi riti sfarzosi appariva tangibile e reale. Per distogliere da ciò i loro pensieri, lo scrittore fa un paragone fra l'Antico e il Nuovo Patto e mostra che il Nuovo Patto è migliore dell'Antico, che quest'ultimo è imperfetto e temporaneo, mentre il Nuovo è perfetto ed eterno; ritornare al Tempio, con il suo sacerdozio ed i suoi sacrifici, sarebbe stato un lasciare la sostanza per l'ombra e la perfezione per l'imperfezione. Il tema centrale e, allo stesso tempo, la conclusione della lettera è: l'Antico Patto fu buono per il tempo in cui rimase in vigore e per lo scopo per il quale fu progettato, ma il Nuovo Patto è migliore.

a. I sacrifici dell'Antico Testamento erano buoni

b. Il sacrificio del Nuovo Testamento è migliore