e. Nella sfera della sapienza

Gli uomini agiscono empiamente perché non possono o non vogliono ragionare rettamente; essi per noncuranza, o per ignoranza deliberata, non conducono la loro vita secondo la volontà di Dio.

1. Molte esortazioni vengono indirizzate ai «semplici» (Proverbi 1:4,22; Proverbi 8:5). Questa parola indica l'uomo naturale, non sviluppato né verso il bene né verso il male, soggetto ad essere sedotto. Egli manca della fermezza di proposito e del fondamento morale; ode, ma dimentica, ed è quindi facilmente condotto a peccare (cfr. Matteo 7:26).

2. Leggiamo spesso di coloro che sono «privi di senno» (Proverbi 7:7; Proverbi 9:4); cioè di coloro che, per mancanza di intendimento piuttosto che per propensione al peccato, sono vittime del peccato stesso. Imperfetti nella sapienza, essi sono soggetti a fare giudizi affrettati sulla Provvidenza di Dio e sulle cose che sono più grandi di loro: così corrono verso l'empietà. Sia questa classe di persone, sia quella dei «semplici» sono inescusabili, perché le Scritture presentano il Signore che offre liberamente, anzi supplica di accettare (Proverbi 8:1-10) ciò che può rendere savi a salute.

3. La parola spesso tradotta «stolto» (Proverbi 15:20) definisce la persona che, per quanto capace di fare il bene, è legata a cose carnali ed è facilmente indotta a peccare dalle sue inclinazioni carnali. Egli non si disciplina e non guida le sue tendenze secondo la legge divina.

4. Lo «schernitore» (Salmo 1:1; Proverbi 14:6) è l'empio che giustifica la sua empietà con argomenti ben architettati contro l'esistenza e la realtà di Dio e contro le cose spirituali in genere. Pertanto «schernitore» è il termine dell'Antico Testamento che equivale al moderno «incredulo» e l'espressione «sedia degli schernitori» si riferisce, probabilmente, alla "società" di increduli.