e. L'argomento della credenza universale La credenza nell'esistenza di Dio è praticamente diffusa quanto la razza umana, anche se spesso la troviamo pervertita in forme grottesche e nascosta da idee superstiziose. Tutti gli uomini, di qualunque razza e di qualunque epoca, hanno innata l'idea di Dio; cioè, avvertono l'esistenza di un Essere che sta al di sopra di loro e sono portati ad invocarLo ed adorarLo. Questo è quel che chiamiamo «la credenza universale». Questa opinione è stata respinta da alcuni, che affermano che vi sono dei popoli assolutamente privi dell'idea di Dio. Ma Jevons, un esperto nello studio delle razze e delle religioni, dice che questa tesi, «come ogni antropologo sa, se ne è andata al limbo delle defunte controversie..., tutti convengono che non vi sono popoli che siano completamente privi di religione». Tuttavia, anche se potessero essere provate delle eccezioni, noi sappiamo che le eccezioni confermano la regola. Ad esempio, se si potessero presentare degli esseri umani completamente privi di sentimenti di umanità e di compassione, questo non proverebbe che l'uomo è essenzialmente privo di sentimento. La presenza di non vedenti nel mondo non prova che l'uomo è una creatura priva della vista. Come ha detto William Evans: il fatto che certe nazioni non hanno la tavola pitagorica non altera l'aritmetica. Come ha avuto origine la credenza universale in Dio? La maggior parte degli atei sembra immaginare che un gruppo di intelligenti teologi si sia riunito in un consesso segreto, abbia inventato l'idea di Dio e poi l'abbia propinata al popolo. Ma i teologi non hanno inventato Dio, come gli astronomi non hanno inventato le stelle, o i botanici i fiori. E certo che gli antichi avevano delle idee errate sui corpi celesti. Il fatto che l'umanità abbia avuto delle idee errate intorno a Dio implica che vi è un Dio del quale essa ha potuto avere idee errate. Questa credenza universale non è scaturita necessariamente dal ragionamento, perché vi sono uomini molto razionali che negano l'esistenza di Dio. Ma è evidente che lo stesso Dio che ha fatto la natura con le sue bellezze e le sue meraviglie, ha fatto anche l'uomo capace di guardare attraverso la natura e vedere il suo Creatore. «Infatti quel che si può conoscere di Dio è manifesto in loro, avendolo Iddio loro manifestato; poiché le perfezioni invisibili di lui, la sua eterna potenza e divinità, si vedono chiaramente sin dalla creazione del mondo, essendo intese per mezzo delle opere sue» (Romani 1:19,20). Dio non ha fatto il mondo senza lasciare indizi, suggerimenti e prove evidenti dalla Sua opera. Ma «pur avendo conosciuto Iddio, non l'hanno glorificato come Dio, né l'hanno ringraziato; ma si son dati a vani ragionamenti e l'insensato loro cuore s'è ottenebrato» (Romani 1:21). Il peccato oscurò la loro visione, persero di vista Dio e, invece di vedere Dio attraverso le creature, Lo ignorarono ed adorarono le creature; così nacque l'idolatria. Anche questo prova che l'uomo è una creatura portata all'adorazione, che ha bisogno di un oggetto da adorare. Che cosa dimostra l'universale credenza in Dio? Che la natura umana è costituita in modo da concepire l'idea di Dio. Come ha detto uno scrittore, «l'uomo è incurabilmente religioso». Questa credenza così profondamente radicata ha prodotto la «religione», che nel suo significato più largo include: 1. L'accettazione dell'esistenza di esseri o forze al di sopra delle forze della natura. 2. Un sentimento di dipendenza da Dio, come Colui che controlla il destino dell'uomo. Questo sentimento di dipendenza è determinato ed alimentato dalla consapevolezza della propria piccolezza contro lo grandezza dell'universo. 3. La convinzione che l'uomo possa instaurare un rapporto amichevole con Dio e che in questa unione egli troverà sicurezza e felicità. Da questo, vediamo che l'uomo è naturalmente conformato per credere nell'esistenza di Dio, per confidare nella Sua bontà e per adorare nella Sua presenza. Il «senso religioso» non si trova nelle creature inferiori. Ad esempio, sarebbe inutile sforzarsi d'insegnare la religione alla più elevata razza di scimmie, mentre anche l'uomo meno intelligente può essere ammaestrato intorno a Dio. Perché? Perché l'animale manca della natura umana, non è fatto all'immagine di Dio; l'uomo invece ha una natura religiosa e deve avere un oggetto da adorare. |