Nasci di Nuovo

Nascere di nuovo fra le montagne delle Serre Calabresi

 

NON SONO VENUTO A METTER PACE, MA SPADA

INTRODUZIONE - SEGNO DI CONTRADDIZIONE - I PENSIERI SVELATI - LIBERI? - DIETRO LE QUINTE - UNA ESORTAZIONE

 

INTRODUZIONE

Si è generalmente convinti che la venuta di Gesù Cristo in questo mondo debba sempre essere, incondizionatamente, motivo di gioia, di armonia, di pace. Per questa ragione, quando ciò non si realizza, gli uomini mettono in dubbio (per non dire “negano”) la veridicità delle sue promesse e, conseguentemente, della sua opera di redenzione.

Non dimentichiamo, invece, che prima ch’Egli nascesse, mentre era ancora nel grembo di sua madre, iniziarono le crisi e i conflitti in mezzo agli uomini a causa di lui. Il cuore di Giuseppe, sposo di Maria, fu il primo a farne le spese:

“La nascita di Gesú Cristo avvenne in questo modo. Maria, sua madre, era stata promessa sposa a Giuseppe e, prima che fossero venuti a stare insieme, si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe, suo marito, che era uomo giusto e non voleva esporla a infamia, si propose di lasciarla segretamente”  (Matteo 1:18,19).

 La sua entrata in questo mondo fu causa di grande turbamento:

"Dov'è il re dei Giudei che è nato? Poiché noi abbiamo visto la sua stella in Oriente e siamo venuti per adorarlo". Udito questo, il re Erode fu turbato, e tutta Gerusalemme con lui. (Matteo 2:2,3), turbamento seguito da spargimento di sangue innocente: “Allora Erode, vedendosi beffato dai magi, si adirò moltissimo, e mandò a uccidere tutti i maschi che erano in Betlemme e in tutto il suo territorio…”  (Matt.2:16).

 Il suo messaggio incontrò l’opposizione dei religiosi del tempo “…perché egli insegnava loro come uno che ha autorità e non come i loro scribi” (Matteo 7:29).

I suoi miracoli provocarono invidia e imbarazzo nei capi sacerdoti i quali cercavano di ucciderlo:

“I capi sacerdoti quindi e i Farisei radunarono il Sinedrio e dicevano: Che facciamo? perché quest'uomo fa molti miracoli”  (Giovanni 11:47).

“E per questo i Giudei perseguitavano Gesù e cercavan d'ucciderlo; perché faceva quelle cose di sabato…”  (Giovanni 5:16).

La sua vita santa accusava i peccatori (quelli che erano convinti di non esserlo), i quali cercavano di diffamarlo, dicendo:

“Ecco un mangione e un beone, un amico dei pubblicani e dei peccatori!”  (Matteo11:19).

La sua stessa morte incuté paura:

“L'indomani, che era il giorno successivo alla Preparazione, i capi dei sacerdoti e i farisei si riunirono da Pilato, dicendo: "Signore, ci siamo ricordati che quel seduttore, mentre viveva ancora, disse: Dopo tre giorni, risusciterò. Ordina dunque che il sepolcro sia sicuramente custodito fino al terzo giorno; perché i suoi discepoli non vengano a rubarlo e dicano al popolo: “È risuscitato dai morti”; cosí l'ultimo inganno sarebbe peggiore del primo". Pilato disse loro: "Avete delle guardie. Andate, assicurate la sorveglianza come credete". Ed essi andarono ad assicurare il sepolcro, sigillando la pietra e mettendovi la guardia” (Matteo 27:62-66).

La sua resurrezione (fondamento del cristianesimo) fu motivo di dispute, a volte anche cruente, nei secoli che seguirono…

Effettivamente, bisogna ammetterlo, sembrano inconciliabili le due seguenti affermazioni di Gesù:

“Non pensate ch'io sia venuto a metter pace sulla terra; non son venuto a metter pace, ma spada” (Matteo 10:34).

“Io vi lascio pace; vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà. Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti” (Giovanni 14:27).

È evidente che nel primo caso si tratta di quella pace che consiste nel godere di buoni rapporti sociali; mentre nel secondo caso Gesù parla di una pace interiore, quella pace che è conseguenza di un’intima comunione con Dio. “E tutto questo viene da Dio che ci ha riconciliati con sé per mezzo di Cristo…” (2Corinzi 5:18).

Se veramente lo vuoi, amico lettore, Egli darà anche a te la sua pace; ma è necessario ricordarti che ciò susciterà scalpore, turbamento, invidia, in chi non possiede ancora questa incomparabile eredità!

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SEGNO DI CONTRADDIZIONE

 

La verità è che Gesù Cristo è venuto, si, per salvare i credenti, ma sarebbe anche stato posto come “segno di contraddizione” in mezzo agli uomini:

“E Simeone li benedisse, dicendo a Maria, madre di lui: "Ecco, egli è posto a caduta e a rialzamento di molti in Israele, come segno di contraddizione (e a te stessa una spada trafiggerà l'anima), affinché i pensieri di molti cuori siano svelati” (Luca 2:34).

Per “segno” qui si intende qualcosa che non solo è messo in evidenza, ma è addirittura “bersaglio” dei contraddittori. Durante la sua missione terrena, infatti, Gesù fu oggetto di disprezzo e di opposizione da parte dei peccatori:

“Considerate perciò colui che ha sopportato una simile ostilità contro la sua persona da parte dei peccatori…”  (Ebrei 12:3).

Se è vero (com’è vero) che “Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna” (Giov.3:16), è altrettanto vero che l’inimicizia ed avversione del cuore naturale, che s’oppone al misericordioso piano di salvezza di Dio, ha condotto molti alla rovina ed alla perdizione eterna.

L’orgoglio umano è stato (è e sarà) spesso uno dei fattori predominanti che ha ostacolato l’accettazione della salvezza offerta da Dio, considerata troppo “umiliante”…

La Parola, invece, esorta:

Umiliatevi davanti al Signore, ed egli v'innalzerà” (Giacomo 4:10).

Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, affinché egli vi innalzi a suo tempo” (1Pietro 5:6).

Molti, nonostante la Luce (Gesù Cristo) sia venuta nel mondo, “hanno preferito le tenebre alla luce” (Giovanni 3:19) e non si sono accontentati di rimanere “nascosti”: hanno addirittura perseguitato la Luce perché odiavano la Luce. Essi sapevano ch’Egli “metterà in luce quello che è nascosto nelle tenebre e manifesterà i pensieri dei cuori…” (1Corinzi 4:5).

Si sono sentiti “disturbati” da Colui che ha offerto una pace diversa da quella che il mondo dà loro: hanno preferito continuare a coltivare una falsa pace nel loro cuore…

Di gente simile, Gesù Cristo è divenuto “pietra d’inciampo e sasso di ostacolo. Essi, essendo disubbidienti, inciampano nella parola; e a questo sono stati anche destinati” (1Pietro 2:8).

I secoli sono trascorsi, ma, per gli stessi motivi, Egli continua ad essere occasione di caduta per molti, rifiutando di andare a Lui per avere la Vita: “Voi investigate le Scritture, perché pensate d'aver per mezzo di esse vita eterna, ed esse son quelle che rendono testimonianza di me; eppure non volete venire a me per aver la vita!” (Giovanni 5:40).

D’altra parte, Egli “è posto… a rialzamento di molti…” “una folla immensa…, proveniente da tutte le nazioni…, hanno lavato le loro vesti, e le hanno imbiancate nel sangue dell’Agnello” (Apocalisse 7:9,14).

Una moltitudine di uomini e donne che erano sprofondati nel peccato, sono stati rialzati, per grazia, mediante la loro fede, ed elevati al grado di figli di Dio:

“Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio” (Efesini 2:8).

“… a tutti quelli che l'hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventar figli di Dio: a quelli, cioè, che credono nel suo nome; i quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d'uomo, ma sono nati da Dio” (Giovanni 1:12).

“Carissimi, ora siamo figli di Dio,…” (1Giovanni 3:2).

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I PENSIERI SVELATI

 

Ma in che modo “i pensieri di molti cuori” (Luca 2:34) sarebbero stati svelati? I nostri pensieri, è chiaro, sono nascosti agli occhi degli altri; non possono, cioè, essere “visti” (meno male!). Ebbene, saranno le nostre azioni a “svelarli”, perché ciò che noi compiamo, in linea generale, è il “frutto” di ciò che noi pensiamo (eccetto, naturalmente, i casi di costrizione, di plagio e di ipocrisia).

L’accoglienza che si sarebbe fatta a Gesù, perciò, avrebbe rivelato il vero stato dei cuori, “Poiché dal cuore vengono pensieri malvagi, omicidi, adultèri, fornicazioni, furti, false testimonianze, diffamazioni” (Matteo 15:19). È questo, tutt’ora, il “canone” usato da Dio per svelare “i pensieri di molti cuori”; manifestare, cioè, agli uomini stessi, alla luce delle loro azioni, chi essi sono in realtà.

L’accoglienza che fece Maria di Betania a Gesù (leggi Luca 10:38-42), rivela lo stato d’animo e l’umiltà di una donna assetata di “parole di vita eterna” (Giovanni 6:68).

Così la donna “peccatrice” (Luca 7:37). Il suo gesto rivela un cuore pentito e desideroso di cambiare vita.

Il giovane ricco, invece, a Gesù preferisce le proprie ricchezze, manifestando in tal modo la realtà di un cuore legato ai beni terreni (Matteo 19:16-22).

Tutta la nazione d’Israele “professava” di conoscere ed onorare il Padre; ma l’accoglienza riservata al Figlio svelò un cuore incredulo ed ipocrita. Infatti è scritto:

“affinché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio non onora il Padre che lo ha mandato” (Giovanni 5:23).

Cosa significa oggi “accogliere Cristo”, dal momento ch’Egli non è fisicamente presente come venti secoli fa?

Alcuni pensano che le cose siano molto cambiate; non essendoci più Lui, visibilmente presente, lo si può “vedere” in altre persone, o cose, che lo rappresentano o lo sostituiscono; ma non è proprio così.

Chi crede veramente in Gesù Cristo, crede anche che Egli vive ed è presente; per cui Lo si può conoscere ed accogliere realmente nel proprio cuore.

Il messaggio dell’Evangelo, che non è “annunziato soltanto con parole, ma anche con potenza, con lo Spirito Santo e con piena convinzione”  (1Tessalonicesi 1:5), è lo strumento di cui Dio si serve per presentare, ad un mondo bisognoso di salvezza, la persona di Gesù Cristo, l’unico Salvatore vivente.

Il carattere di una persona può essere individuato in rapporto alle sue reazioni nelle varie circostanze della vita; ma niente focalizza quali siano “i pensieri dei cuori”, più della reazione davanti alla predicazione dell’Evangelo di Gesù Cristo.

È vero, d’altronde, che a volte si accoglie con gioia ed entusiasmo il seme della Parola, e ciò può trarre in inganno sulla “fertilità” del terreno che lo riceve.

Leggiamo nel Vangelo di Marco, al capitolo quattro:

“Ascoltate: il seminatore uscí a seminare. Mentre seminava, una parte del seme cadde lungo la strada; e gli uccelli vennero e lo mangiarono. Un'altra cadde in un suolo roccioso dove non aveva molta terra; e subito spuntò, perché non aveva terreno profondo; ma quando il sole si levò, fu bruciata; e, non avendo radice, inaridí. Un'altra cadde fra le spine; le spine crebbero e la soffocarono, ed essa non fece frutto. Altre parti caddero nella buona terra; portarono frutto, che venne su e crebbe, e giunsero a dare il trenta, il sessanta e il cento per uno” (vv.3-8)

“Il seminatore semina la parola. Quelli che sono lungo la strada, sono coloro nei quali è seminata la parola; e quando l'hanno udita, subito viene Satana e porta via la parola seminata in loro. E cosí quelli che ricevono il seme in luoghi rocciosi sono coloro che, quando odono la parola, la ricevono subito con gioia; ma non hanno in sé radice e sono di corta durata; poi, quando vengono tribolazione e persecuzione a causa della parola, sono subito sviati. E altri sono quelli che ricevono il seme tra le spine; cioè coloro che hanno udito la parola; poi gli impegni mondani, l'inganno delle ricchezze, l'avidità delle altre cose, penetrati in loro, soffocano la parola, che cosí riesce infruttuosa. Quelli poi che hanno ricevuto il seme in buona terra sono coloro che odono la parola e l'accolgono e fruttano il trenta, il sessanta e il cento per uno” (vv.14-20).

Come si può notare da questa parabola, è nel tempo che viene rivelata la vera condizione del cuore. Dio si servirà degli “uccelli”; del “sole” o delle “spine”, per manifestare la realtà di quel cuore. Si, è solo questione di tempo…

Quale sarà la condizione del tuo cuore?…

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LIBERI?

 

Ora, amico, ti chiedo: credi tu che le condizioni in cui viene a trovarsi il seme della Parola, siano tutte casuali? Dovute, cioè, ad un incontrollabile concorrere delle circostanze, ostili o propizie che siano? Dovremmo, se così fosse, parlare semplicemente di “fortuna” o “sfortuna” e dare ragione a quelli che dicono: “Che ci posso fare se non ho la fede?” e rispondere: “Mi dispiace, non puoi farci niente!”.

La Bibbia parla, e lo fa con molta naturalezza, di “realtà che non si vedono” (Ebrei11:1). Dietro alcune scene, in effetti, ci sono delle realtà che l’occhio umano non è in grado di vedere. Soltanto l’occhio della fede riesce a “scorgerle”.

Ne parlo con una certa cognizione, perché troppo spesso, per non dire puntualmente, si sono verificati degli “imprevisti” adeguati a costituire un impedimento per colui, o colei, che ha manifestato, in qualche modo, il desiderio di credere in Gesù Cristo e seguirlo nel modo indicatoci da Lui stesso nelle pagine del Vangelo: “Allora Gesú disse ai suoi discepoli: "Se uno vuol venire dietro a me, rinunzi a sé stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Matteo 16:24).

Qualche esempio (non dirò il cognome delle persone coinvolte nei fatti seguenti, né il nome delle località in cui si sono verificati, per motivi di riservatezza):

Maria aveva iniziato a frequentare la chiesa cristiana evangelica. Il suo continuo mal di testa era scomparso. Manifestava un grande entusiasmo. Nonostante nessuno le avesse parlato di idolatria, improvvisamente decise di togliere le cosiddette “immagini sacre” dalla sua casa. In uno di quei quadri, che era appeso nella sua camera da letto, mi aveva chiesto di metterci un verso della Parola di Dio. Era veramente cambiata. Voleva far sapere a tutti della sua esperienza con Gesù e della felicità ch’Egli le aveva data. Un giorno, infatti, mi telefonò per chiedermi di annunciare per Radio (gestivo, allora, una piccola emittente radiofonica) che il Signore aveva salvato una peccatrice nel suo paese.

Io e mia moglie ci rallegravamo enormemente di questo. Sembrava che niente e nessuno avrebbe mai potuto farla desistere dal suo intento di seguire Gesù.

Sul volto di Maria era ritornato il sorriso, è vero, ma non sarebbe durato a lungo, purtroppo…

Satana stava architettando un efficace (anche se di “routine”) piano per “sradicare” quella pianticella che non aveva ancora messo radici profonde nel terreno per poter resistere al vento dell’avversità.

Qual è il metodo più comune, ma efficiente, che Satana usa per “fermare” coloro che manifestano il desiderio di ubbidire all’Evangelo di Gesù Cristo? Servirsi delle persone più care e più vicine per trasformarle in “avversari” (letteralmente “Satana” significa “avversario”).

Il marito di Maria veniva deriso dagli amici perché la moglie era diventata “vangelista”; motivo per cui incominciò ad “emarginarla” non dormendo più nel suo letto, ma sul divano.

La figlia, fidanzata, ce l’aveva con Maria perché i suoi futuri suoceri le avevano dato ad intendere che di matrimonio non se ne sarebbe parlato (è questa la voce che mi era giunta) fino a che sua madre avesse continuato a frequentare i “vangelisti”.

La pressione psicologica a cui Maria fu sottoposta in quel tempo, era talmente forte che non resistette; fu così che “si arrese”; cioè rinunciò al suo proposito di frequentarci.

La storia di Maria somiglia (guarda caso) a quella di molti altri che, come lei, hanno manifestato il desiderio di seguire Gesù e frequentare regolarmente la chiesa evangelica.

Mi ricordo di un giovane, Antonio, che, dopo quella prima volta che entrò nel nostro locale di culto, incominciò a mostrare un grande zelo per Gesù, parlandone a tutti.

Anche lui, innamorato e fidanzato di una bella ragazza, si ritrovò, di lì a poco, a dover fare delle scelte ben precise: o ritornare alla sua “religione” (quella che hanno tutti), oppure scontrarsi con una forma molto sottile di emarginazione. Ciò avrebbe significato affrontare un matrimonio senza contare sulla collaborazione e sostegno di nessuno (ammesso che la ragazza non l’avesse lasciato!).

Scelte molto ardue per un giovane che, oggigiorno, deve costruirsi un avvenire!… : anche lui “depose le armi”… davanti alla “spada”.

Salvatore, un giovane che aveva iniziato a frequentare i nostri incontri, ci raccontò che un bel (si fa per dire) giorno, rientrando a casa, trovò la sua valigia allestita come se dovesse fare un lungo viaggio: sua madre aveva deciso di mandarlo via da casa se avesse continuato a frequentarci!.. . Da allora, che io ricordi, non entrò più nel locale di culto.

A proposito di valigie! Una volta una signora esclamò con risolutezza, rivolgendosi a suo marito (che fino a quel momento aveva ascoltato, mostrando un certo interesse, mentre insieme ad un altro credente stavamo parlando loro di Gesù): “Se tu ti fai vangelista, io faccio le valigie e me ne vado!”.

Questa si che è franchezza!!!

Rocco (allora era un ragazzino) una sera salì sulla mia macchina per recarci insieme ad una riunione evangelica. Non l’avesse mai fatto!!! Si accorse subito che lì vicino c’era il prete. Si rannicchiò immediatamente scivolando al di sotto della visuale del vetro della macchina ed esclamando: “E adesso come faccio?! Mi ha visto! Cosa gli dirò?”. Rocco mi spiegò che stava frequentando le lezioni di catechismo per prepararsi alla prima comunione…; che “imprudente” che era stato!…

Armando, un giovane che più volte aveva detto di sentirsi libero per quanto concerne questo tipo di condizionamenti, un giorno entrò (dietro invito, naturalmente), insieme ad un suo amico col quale stava passeggiando, nel nostro locale di culto. Alla fine dell’incontro, tre suoi amici lo videro uscire. Uno di loro, mostrandosi meravigliato, gli fece uno sfoggiato gesto come per dire: “Dove sei andato? Cosa stai combinando?”.

Il poveretto, visibilmente impacciato, si avvicinò a loro cercando di giustificarsi; spiegando che si è trattato di semplice curiosità; niente di più!

Io assistevo a questa scena così deprimente, mentre in fondo al cuore mi chiedevo: perché dev’essere così?… Perché la gente non si sente davvero libera?

Molti anni fa avevo iniziato a incontrarmi sistematicamente con un gruppetto di bambini per impartire loro delle lezioni di musica in una piccola stanza adibita a locale di culto. Erano molto entusiasti. Inoltre, ci stavamo organizzando per visitare periodicamente delle persone ammalate. Io ero appena rientrato da Brescia, dove ero stato emigrato. Mi sembrava tutto così semplice; troppo semplice…

Purtroppo è vero che a volte le cose belle durano poco. Mi accorgevo, man mano che il tempo passava, che quei bambini stavano perdendo la loro disinvoltura e quell’entusiasmo che è caratteristico della loro età. C’era in aria qualcosa che non capivo bene cosa fosse. Me ne accorsi, poi, mentre in piazza passavamo davanti a delle persone adulte che guardavano verso i ragazzi facendo dei commenti e battute di cattivo gusto.

Vedevo chiaramente che i bambini erano messi a disagio. Notavo il rossore sul volto di alcuni di loro, quasi come se fossero stati sorpresi a commettere una birichinata.

Avranno pensato che la parola “vangelista” dev’essere una specie di “oscenità”. Venivano infatti presi in giro e chiamati “vangelisti” per il semplice fatto che avevano a che fare col sottoscritto.

Perfino alcuni loro coetanei gridavano loro dietro: “Vangelisti! Vangelisti!”.

Com’è andata a finire questa bella storia? Ovvio! Quei bambini hanno rinunciato alla musica e a tutte le altre belle cose che avevamo insieme programmato di fare.

Hanno imparato per esperienza personale, sin dalla loro tenera età, che questo mondo è pieno di pressioni psicologiche che derubano, nel campo delle scelte e aspirazioni personali, di quella libertà che, al contrario, dovrebbe essere retaggio di ogni individuo.

Recentemente un’amica ci ha scritto una lettera; eccone una parte:

“Io continuo sempre a leggere la Bibbia e vorrei tanto frequentare la chiesa evangelica; solo che ho trovato un ostacolo enorme che sono tutti i miei parenti… Hanno talmente montato la testa a mio marito dicendo (per dirla in breve) che se frequento gli evangelisti sarò disonorata in tutto il paese e poi non potrò più entrare nella loro chiesa! Sentendo queste cose, ed altre ancora, mio marito, che poi ci tiene troppo al giudizio degli altri, mi ha proibito categoricamente di andare nella chiesa evangelica…”.

Il marito di questa nostra amica mi aveva detto, qualche tempo prima, che a lui non importa assolutamente niente di quello che dicono gli altri; lui se ne fa un baffo delle critiche e del giudizio della gente, lui è libero…

Ricordo una famiglia che andavamo spesso a visitare. In un primo tempo abbiamo visto che c’era una certa apertura nei confronti dell’Evangelo. Erano contenti che pregassimo a casa loro e cantassimo dei canti cristiani quando andavamo a trovarli. Addirittura i genitori avevano incominciato a lasciar venire con noi i loro ragazzi nella chiesa evangelica.

Ma il diavolo non era d’accordo che le cose continuassero per quel verso. Lui aveva altri piani per quella famiglia; progetti di rovina, di lutto e di peccato. Credo che il suo “agente” principale fosse una nonna molto “religiosa”  (a volte si è ignari strumenti nelle mani dell’avversario). L’onore della famiglia era in pericolo; bisognava intervenire per dissuadere i nipotini dal continuare a frequentare i “vangelisti”.

Ci riuscì molto bene. Infatti, continuando a passare a prenderli per portarli con noi al locale di culto, notammo subito che qualcosa era cambiato. I ragazzi erano esitanti, imbarazzati, quasi impauriti. Spesso non si facevano trovare in casa, conoscendo il giorno e l’ora in cui saremmo passati a prenderli. A volte si nascondevano (cose grottesche), con la “complicità” dei genitori…

Un giorno, mentre stavamo svolgendo una riunione evangelica, entrò un uomo e si sedette in prossimità dell’ingresso per ascoltare. Dopo qualche minuto, un’altra persona, una stimata donna del paese, aprì la porta e, rimanendo sulla soglia, fece una rapida “panoramica” dell’interno del locale. Appena vide l’uomo che era entrato poco prima, esclamò con stupore: “Anche tu qui!?”, ed uscì subito.

L’uomo, poveretto, sobbalzò e le corse dietro per “giustificare” la sua presenza in quel luogo…

Che pena mi facevano tutti e due. E quanto contrastava in quel momento, ai miei occhi, la loro “schiavitù” con la meravigliosa “libertà dei figli di Dio”, libertà che da un paio di anni stavo gustando pienamente, per grazia di Dio, affrancato da Colui che ha promesso: “conoscerete la verità e la verità vi farà liberi"; e ancora: “se dunque il Figlio (Gesù) vi farà liberi, sarete veramente liberi” (Giovanni 8:31,36).

Questa “lista” di persone e famiglie coinvolte in conflitti e contrasti a causa dell’intromissione dell’Evangelo, potrebbe essere ancora allungata, ma non credo che sia il caso di continuare.

Quello che ritengo importante evidenziare è come le parole di Gesù e della Bibbia siano così veritiere e sempre attuali. Le cose non sono cambiate: “Ciò che è stato è quel che sarà; ciò che si è fatto è quel che si farà; non c'è nulla di nuovo sotto il sole”. (Ecclesiaste 1:9); perché “tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesú saranno perseguitati” (2Timoteo 3:12).

La storia del cristianesimo ci conferma inequivocabilmente questa triste verità: il messaggio di Gesù Cristo è stato costantemente bersaglio delle frecce velenose degli increduli, degli empi, degli iniqui e dei profani, e quanto più stretti sono i vincoli che uniscono i credenti a Cristo, e cerchino di seguire fedelmente le sue orme, tanto più veementi sono l’odio, le derisioni, le persecuzioni con cui sono presi di mira: questa è la “spada”.

“Se il mondo vi odia, sapete bene che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe quello che è suo; poiché non siete del mondo, ma io ho scelto voi in mezzo al mondo, perciò il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che vi ho detta: Il servo non è piú grande del suo signore. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma tutto questo ve lo faranno a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato” (Giovanni 15:18-21).

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DIETRO LE QUINTE

 

Ribadisco: dietro tutte queste scene, si nasconde l’Avversario; colui che la Bibbia chiama: “il gran dragone, il serpente antico, che è chiamato diavolo e Satana, il seduttore di tutto il mondo” (Apocalisse 12:9). Egli è votato ad un’unica missione: distogliere gli uomini dal credere e seguire Gesù Cristo, Colui che “…divenne per tutti quelli che gli ubbidiscono, autore d'una salvezza eterna” (Ebrei 5:9,10). Non importa quanto gli uomini diventino religiosi, frequentatori di Messe o di Culti cristiani. Non importa quanto essi s’impegnino in opere caritatevoli e umanitarie. Quel che importa, per lui, è che non  invochino il nome di Gesù Cristo per chiederGli di perdonarli e salvarli; “poiché chiunque avrà invocato il nome del Signore, sarà salvato” (Romani 10:13).

Mi rendo conto che può sembrare ridicolo, nel terzo millennio, parlare di potenze malefiche che influenzano gli uomini. L’apostolo Paolo non si creò affatto questo problema quando, scrivendo ai credenti di Efeso, si espresse in questi termini: “Rivestitevi della completa armatura di Dio, affinché possiate star saldi contro le insidie del diavolo; il nostro combattimento infatti non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti” (Efesini 6:11,12).

Né credo (al contrario di molti) che sia anacronistico usare questo linguaggio biblico. Il tempo in cui viviamo manifesta in maniera molto evidente il “prodotto” di ciò che il “nemico” ha seminato. Leggiamo, infatti, nel Vangelo di Matteo:

Egli propose loro un'altra parabola, dicendo: "Il regno dei cieli è simile a un uomo che aveva seminato buon seme nel suo campo. Ma mentre gli uomini dormivano, venne il suo nemico e seminò le zizzanie in mezzo al grano e se ne andò. Quando l'erba germogliò ed ebbe fatto frutto, allora apparvero anche le zizzanie. E i servi del padrone di casa vennero a dirgli: Signore, non avevi seminato buon seme nel tuo campo? Come mai, dunque, c'è della zizzania? Egli disse loro: Un nemico ha fatto questo. I servi gli dissero: Vuoi che andiamo a coglierla?  Ma egli rispose: No, affinché, cogliendo le zizzanie, non sradichiate insieme con esse il grano. Lasciate che tutti e due crescano insieme fino alla mietitura; e, al tempo della mèsse, dirò ai mietitori: Cogliete prima le zizzanie, e legatele in fasci per bruciarle; ma il grano, raccoglietelo nel mio granaio"  

Allora Gesú, lasciate le folle, tornò a casa; e i suoi discepoli gli si avvicinarono, dicendo: "Spiegaci la parabola delle zizzanie nel campo". Egli rispose loro: "Colui che semina il buon seme è il Figlio dell'uomo; il campo è il mondo; il buon seme sono i figli del regno; le zizzanie sono i figli del maligno; il nemico che le ha seminate, è il diavolo; la mietitura è la fine dell'età presente; i mietitori sono angeli. Come dunque si raccolgono le zizzanie e si bruciano con il fuoco, così avverrà alla fine dell'età presente. Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli che raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono l'iniquità, e li getteranno nella fornace ardente. Lí sarà il pianto e lo stridor dei denti. Allora i giusti risplenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi per udire oda” (Matteo 13:24-30,36-43).

Chi ha una visione esclusivamente materialistica della vita, difficilmente accetterà le numerose affermazioni bibliche sull’esistenza di queste potenze soprannaturali che influiscono, in misura imperscrutabile, sulla vita degli uomini.

Evidentemente, queste possono essere di origine divina, cioè “presiedute” da Dio, il Quale, nella Sua onniscienza e infinita sapienza, interviene nella vita delle sue creature per salvare, liberare, guarire, secondo un “disegno benevolo” (Efesini 1:9), portato avanti a loro favore: “Infatti io so i pensieri che medito per voi", dice il SIGNORE: "pensieri di pace e non di male, per darvi un avvenire e una speranza” (Geremia 29:11). Tutte le circostanze concorrono al bene dei credenti, perché Dio è all’opera a favore di coloro che sono diventati suoi figli per la loro fede in Cristo: “perché siete tutti figli di Dio per la fede in Cristo Gesú” (Galati 3:26). “Or sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno” (Romani 8:28).

Queste potenze possono essere anche di origine angelica, “presiedute” da Satana, il capo degli angeli decaduti. Anche lui, dal momento in cui si è ribellato al suo Creatore, sta portando avanti, ripeto, un suo progetto ben preciso: tenere gli uomini, con qualsiasi stratagemma, lontani da Gesù Cristo, l’unico in grado di salvare; infatti “In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati" (Atti degli Apostoli 4:12). Gesù stesso afferma: "Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Giovanni 14:6).

È necessario specificare, però, che ciò non vuol dire che l’avversario cerchi di impedire agli uomini di possedere una religione; tutt’altro! Perfino “negli ultimi giorni” (2Timoteo 3:1), in tempi difficili, “perché gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro, vanagloriosi, superbi, bestemmiatori, ribelli ai genitori, ingrati, irreligiosi, insensibili, sleali, calunniatori, intemperanti, spietati, senza amore per il bene, traditori, sconsiderati, orgogliosi, amanti del piacere anziché di Dio” (vv.2-4), essi non rinunceranno alla religione. Infatti, nel versetto successivo ci viene detto che le summenzionate persone avranno “l’apparenza della pietà, mentre ne hanno rinnegato la potenza”. Possiederanno una loro religione fatta di riti e pratiche esteriori, sterile, priva di quella potenza che trasforma il cuore e fa provare disgusto per il peccato. Per cui è normale che si continui a vivere “seguendo l'andazzo di questo mondo, seguendo il principe della potenza dell'aria, di quello spirito che opera oggi negli uomini ribelli” (Efesini 2:2).

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UNA ESORTAZIONE

 

È chiaro che non è nelle mie intenzioni, con questo scritto, “spaventare” la gente. Queste riflessioni sono nate in conseguenza di una mia personale constatazione dei fatti in esso descritti; cioè, di quella triste realtà che induce gli uomini ad agire non come “essendo liberi” e pienamente convinti degli effetti delle proprie scelte, ma come “essendo schiavi” dei pensieri altrui.

Ma questo atteggiamento, in pratica, non è altro che l’espressione di un cuore non ancora affrancato dalla grazia; un cuore “ingannevole” (Geremia 17:9) che non si è ancora aperto alla verità e quindi alla fede.

È scritto: “Se il nostro vangelo è ancora velato, è velato per quelli che sono sulla via della perdizione, per gli increduli, ai quali il dio di questo mondo ha accecato le menti, affinché non risplenda loro la luce del vangelo della gloria di Cristo, che è l'immagine di Dio” (2Corinzi  4:3,4).

È ovvio, perciò, alla luce di queste affermazioni, che l’incredulità è la inseparabile “compagna di viaggio” di quegli uomini “che sono sulla via della perdizione”. Costoro, anche se “religiosi”, non sono stati illuminati dal “vangelo della gloria di Cristo”.

Non permettere all’avversario della tua anima di tenere bendati i tuoi occhi affinché non vedano la realtà delle cose. Ovvero, non essere incredulo (come dice Gesù a Tommaso), ma credente.

V’è un brano profetico della Bibbia, fra gli altri, che non prevede affatto un progresso spirituale dell’umanità. Infatti, l’avvento dell’anticristo sarà “preparato” da una predisposizione del cuore dell’uomo nei confronti dell’errore e della menzogna.

Leggiamo questo passo: “La venuta di quell'empio avrà luogo, per l'azione efficace di Satana, con ogni sorta di opere potenti, di segni e di prodigi bugiardi; e con ogni sorta d'inganno d'iniquità a danno di quelli che periscono perché non hanno aperto il cuore all'amor della verità per esser salvati” (2Tessalonicesi 2:9,10 ).

L’esortazione, quindi, che ti faccio, è la seguente: apri il cuore “all’amore della verità” per essere salvato. Ciò significa che devi necessariamente pentirti del tuo stato di peccato e aprire il tuo cuore a Gesù Cristo affinché Egli entri e ti dia la vita eterna: “Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna” (Giovanni 3:16).

Solo così potrai scoprire che è possibile “ entrare nella gloriosa libertà dei figli di Dio” (Romani 8:21).

Forse ti stai chiedendo come mai, nonostante tu ti definisca credente, nel tuo cuore non senti questa “gloriosa libertà”. Sei consapevole del fatto che, in fondo, non stai lasciando spazio all’aspirazione profonda del tuo cuore che reclama una vita diversa da quella che tu lo stai “costringendo” a vivere. Una vita non più soggiogata dal pregiudizio e dalla paura di scontrarsi con un mondo che non sarebbe d’accordo con te. Ricorda: Gesù non è venuto a mettere pace fra gli uomini, ma spada. Se vuoi davvero seguirLo, è necessario che tu sia disposto ad affrontare tutte le ostilità che Gesù stesso affrontò.

Metti Gesù Cristo al primo posto nella tua vita, ricordando le Sue parole: “Chi ama padre o madre piú di me, non è degno di me; e chi ama figlio o figlia piú di me, non è degno di me” (Matteo 10:37).

“Non pensate che io sia venuto a mettere pace sulla terra; non sono venuto a metter pace, ma spada. Perché sono venuto a dividere il figlio da suo padre, la figlia da sua madre, la nuora dalla suocera; e i nemici dell'uomo saranno quelli stessi di casa sua”  (Matteo 10:34-36).

Questo non ti deve turbare, perché la tua determinazione e il tuo coraggio potranno contribuire efficacemente alla salvezza anche di coloro che ti stanno tanto a cuore, i quali, forse inconsciamente, desiderano “toccar con mano” dei cristiani autentici per verificare che l’Evangelo è davvero “potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede” (Romani 1:16). Essi ti saranno eternamente riconoscenti di non aver temuto la “spada” e di aver permesso a Dio di usarti per parlare al loro cuore ancora ottenebrato.

  Franco Ienco


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